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La lettera del ministro degli interni
al sindaco del Comune di Vicenza
(aRticolo non pUbblicato) settembRe 2012
eggo in questi giorni alcune interpretazioni della lettera del ministro
Cancellieri al sindaco di Vicenza che mi spingono ad intervenire per
esigenze di chiarezza.
lÈ arcinoto che per aprire una sala che eroga il gioco legale occorre che
a monte vi sia un provvedimento di concessione dello Stato che legittimi e
responsabilizzi un soggetto che per comodità chiamiamo tutti concessionario,
un incarico legittimo che conferisca il giusto titolo ad un operatore locale il
potere di agire sul territorio per conto del concessionario, un provvedimento
ex articolo 88 del Tulps che normalmente viene rilasciato dalla questura, e tutta
una serie di altri permessi e contro permessi rilasciati da diverse autorità (dai
vigili del fuoco alla Asl etc).
È evidente e chiaro a tutti, a partire dagli operatori del gioco legale che si con-
frontano quotidianamente con questi temi, che per ognuno di questi passaggi
occorre disporre di determinati requisiti perché per ognuno di questi “docu-
menti” il legislatore ha inteso perseguire diverse finalità a tutela dei cittadini e
delle imprese stesse.
Da pochi mesi a questa parte, per ragioni che qualche curioso potrebbe appro-
fondire, accade che diversi enti locali, Comuni ma anche Province autonome e
regioni, prendano l’iniziativa di aggiungere alle norme e ai vincoli già posti dalla
legislazione nazionale altre e diverse limitazioni al gioco legale con provvedi-
menti tra i più disparati: c’è chi mette limiti di orari di apertura dei locali, chi
mette limiti di orari di accensione e spegnimento delle attrezzature per l’eroga-
zione del gioco, chi divieti di apertura a determinate distanze e chi per esempio
autorizzazioni a tempo. La rosa delle possibilità poi diventa più ampia se solo si
ha cura di osservare le motivazioni addotte nei vari provvedimenti, e allora si
scopre che accanto alla tutela delle fasce deboli vi sono provvedimenti motivati
con esigenze di limitare il traffico cittadino, di assicurare la quiete pubblica etc.
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