Page 106 - eBook - La Questione Territoriale
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               pio per cui non po’ in alcun caso a livello territoriale proibirsi – né volutamen-
               te, né involontariamente - ciò che il legislatore nazionale consente.
               Qualcuno potrebbe, inoltre, sostenere che l’effetto espulsivo, se noto in princi-
               pio, avrebbe probabilmente insinuato un dubbio anche nel ragionamento della
               Corte contenuto nella sentenza richiamata del 2011. Corte che, come si ricor-
               derà, ha concluso per la legittimità della legge provinciale anti gioco legale, in
               quanto la misura è considerata “non riconducibile alla competenza legislativa statale
               in materia di ordine pubblico e sicurezza; materia che (…) attiene alla prevenzione dei
               reati ed al mantenimento dell’ordine pubblico”. La Corte ha, peraltro, ulteriormente
               specificato che non si deve guardare agli effetti riflessi ma alla ratio della norma
               e che comunque “le disposizioni censurate hanno riguardo a situazioni che non neces-
               sariamente implicano un concreto pericolo di commissione di fatti penalmente rilevanti”.
               La Corte, probabilmente, sollecitata sul punto, avrebbe tenuto conto del fatto
               che l’involontario o meno effetto espulsivo del gioco legale sia idoneo a favo-
               rire la sua sostituzione con l’offerta illegale per soddisfare la domanda di gioco
               che esiste. La Corte, probabilmente, avrebbe tenuto conto che consentire il
               radicamento dell’offerta di gioco illegale significa consentire (non arginare!
               non prevenire!) il compimento di reati che diverrebbero reiterati e ripetuti
               (dall’offerta di gioco d’azzardo illegale al riciclaggio, dall’evasione di imposte
               per somme oltre soglia a tutte le forme di azione della criminalità sul territo-
               rio). La Corte avrebbe potuto considerare tale circostanza non un mero effetto
               riflesso della norma ma un vizio radicale della medesima.
               Ciò detto, oggi cosa si può fare per arginare il fenomeno? L’effetto espulsivo
               ha un’importanza centrale nei contenziosi avverso i provvedimenti anti gioco
               legale. Esso rappresenta un ulteriore importante aspetto da valutare ai fini della
               censura del provvedimento.
               Si pensi, infatti, che l’effetto espulsivo si appalesa come idoneo a far ritenere
               che con l’emanazione del provvedimento e delle norme presupposto sia stato
               esercitato un potere non rientrante nelle competenze assegnate all’ente locale
               territoriale dall’ordinamento giuridico: nessun soggetto diverso dallo Stato può
               dirsi che abbia il potere di interdire radicalmente sull’intero proprio territorio
               l’esercizio di un’attività lecita e regolamentata dallo Stato. Ed a nulla varrebbe,
               per salvare il provvedimento, la prova del fatto che l’intenzione dell’ente fosse
               quello di regolamentare e non vietare il gioco legale.
               Ma vi è di più, l’effetto espulsivo può risultare determinante anche quando si pro-
               pongono le questioni di legittimità costituzionale delle norme regionali presupposto.






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