Page 89 - eBook - La Questione Territoriale
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il grande conflitto
Le limitazioni degli orari di esercizio del gioco pubblico da parte
dei Comuni rappresentano una materia ormai ricorrente:
ma lo stato non sembra essere d’accordo
Gioco neWs DicembRe 2014
in
questi giorni si assiste al proliferare di iniziative da parte dei sindaci
volte a porre limiti di orari sia alla apertura e chiusura degli esercizi
dove si distribuisce il gioco legale sia al funzionamento di apparecchi
in altri e diversi esercizi commerciali.
Gli operatori del settore (rappresenti dell’intera filiera, dai concessionari ai ge-
stori, agli esercenti) non hanno mancato di protestare e di ricorrere, in alcuni
casi fino ad ottenere anche inaspettati decreti di sospensiva come nel caso del
Tar Lombardia per le ordinanze di Milano e Pavia.
I ricorsi sono stati presentati nella consapevolezza sotto il profilo della com-
petenza/incompetenza comunale, le impugnazioni sono di esito incerto posto
che la sentenza della Corte Costituzionale dello scorso luglio ha aperto le porte
in maniera importante alla possibilità dei Comuni di usare l’art. 50 comma 7
del Tuel anche in materia di giochi. Per questo le impugnazioni spostano il
tiro delle contestazioni dalla incompetenza ad altri e diversi profili, altrettan-
to rilevanti, quali l’inadeguatezza della misura (anche sollecitando valutazioni
di esperti), l’impossibilità di usare l’articolo richiamato per l’accensione e lo
spegnimento degli apparecchi, l’inadeguatezza dell’istruttoria (per una vera
mancanza di analisi del fenomeno nella sua reale portata) e la possibilità che
la misura impatti sulla probabilità di rispettare i livelli di servizio posti in con-
venzione ed imposti a cascata su base contrattuale sugli operati soggetti abilitati
gestori di sala, gestori ed esercenti.
Una cosa fa sentire gli operatori non soli in questa battaglia. E si tratta di una
valutazione che va oltre la solidarietà di persone o istituzioni. Gli operatori non
devono sentirsi soli per il fatto che almeno sulla carta la legge nazionale sembra
da tempo invocare esigenze di unitarietà di trattamento sull’intero territorio
dello Stato che però, almeno al momento, appaiono trascurate. Ed infatti, forse
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