Page 84 - eBook - La Questione Territoriale
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P A r TE   P r IMA  —  r A C C ol T A  d E G l I   INTE r v ENTI


               in corso) ed in secondo luogo con la disparità di trattamento imposta sul
               campo - ancora una volta - rispetto alle attività di distribuzione di gioco
               per così dire parallalela se non illegale.
               La norma è scritta male perché è incompleta, per certi versi, e perché non
               tiene conto di quale sia l’effettivo funzionamento del settore, per altri versi.
               La norma è incompleta perché oltre a stabilire il principio che tutti (i sog-
               getti della filiera) devono contribuire al reperimento della somma indicata
               in 500 milioni di euro, non chiarisce quali questi soggetti siano effetti-
               vamente e quali siano in qualche modo esclusi: sarebbe stato sufficiente
               identificarli con precisione richiamando i riferimenti normativi di interesse
               relativi al decreto istitutivo del cosiddetto Ries, il registro dei soggetti abi-
               litati.
               Ma quel che fa balzare sulla sedia maggiormente, per l’instabilità che con-
               segue alla lettura della norma, è che essa non stabilisce il quantum della
               partecipazione al prelievo. Sì perché, comunque lo si qualifchi, l’importo di
               500 milioni si pone come un prelievo, una prestazione patrimoniale impo-
               sta che ha dei soggetti obbligati identificati (non bene ma identificati) ma
               senza la quantificazione dovuta per legge. E qui ci si potrebbe domandare se
               il concorso minimo sia ripartito secondo i principi generali della solidarietà
               ovvero della proporzionalità rispetto a quanto i singoli partecipano o hanno
               partecipato alle somme disponibili.
               La norma è in sostanza in bianco. Ed il punto che stupisce è che il legisla-
               tore ne risulta consapevole, posto che per ricorrere ai ripari pone dei prin-
               cipi che ritiene essere dei rimedi ma che tuttavia rimedi non sono e che si
               appalesano come delle armi spuntate.
               E ciò in quanto detti pseudo rimedi corrono in soccorso (nella mente del
               legislatore ma non nella realtà) del concessionario affinché possa imporre
               una rivoluzione del sistema attraverso una complessissima operazione di
               rinegoziazione dei contratti con la filiera. Il legislatore dice che il conces-
               sionario può imporre la rinegoziazione dei contratti invocando il principio
               che non possa - per legge - pagare il corrispettivo agli altri operatori della
               filiera se non dal momento in cui non abbiano rinegoziato i contratti.
               Ma in questo caso il legislatore dimentica - non gli operatori del settore -
               che il corrispettivo non è nelle mani del concessionario posto che esso da
               sempre è corrisposto col meccanismo della compensazione sulle somme
               raccolte dai soggetti della filiera stessa.






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