Page 71 - eBook - La Questione Territoriale
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G E ro NIM o  C A rd IA  —   lA  qu E STI o NE   TE rr IT or IA l E


               Di qui le preoccupazioni che lo spegnimento sia idoneo a pregiudicare i flussi
               informativi e dunque comprometta l’efficacia dei controlli per le finalità sia
               fiscali sia di regolarità del gioco.
               A ciò si aggiunga che eventuali mancate letture potrebbero esporre i soggetti
               della filiera (esercenti e gestori) a responsabilità sia nei confronti dei conces-
               sionari di riferimento che della stessa Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
               L’atto concessorio, infatti, prevede espliciti divieti alla filiera di porre in essere
               condotte, dirette o indirette, tese ad alterare il funzionamento degli apparecchi,
               nonché i flussi di comunicazione tra gli apparecchi e la rete telematica (cfr. in
               particolare, artt. 19, comma 2, lett. f) e 20, comma 2, lett. e)) ed i contratti che
               legano gli operatori abilitati spesso riflettono tali obblighi sorretti da importanti
               livelli di penali contrattuali.
               Va anche detto, però, che in caso di contenzioso, sia esso civilistico tra le parti
               per le questioni contrattuali richiamate, sia esso di natura tributaria per le lettu-
               re attese dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, sia esso di natura ammini-
               strativa per eventuali violazioni dei livelli di servizio o di adempimenti conces-
               sori, sia esso di natura erariale per eventuali contestazioni da parte della Corte
               dei Conti per perdita di gettito e per danno erariale, le parti coinvolte (siano essi
               concessionari, gestori o esercenti) sarebbero legittimati a invocare nei relativi
               giudizi la responsabilità delle subite limitazioni di orari, imposte dai Comuni.
               Solo una valutazione approfondita e nel merito delle questioni sollevate po-
               trebbe fare emergere in sede giudiziale l’inutilità della misura (è noto, sosti-
               tuibile con altri e più efficaci rimedi) e l’illegittimità degli atti dei Comuni.
               L’impressione è che amministrazione centrale e governo siano perfettamente
               d’accordo nel fatto che sia necessario contrastare il gioco patologico ma con
               mezzi efficaci e non propagandistici come quello della limitazione degli orari.
               A dimostrazione di questo più volte è stata richiamata la legge Delega che, tra
               i principi dell’articolo 14 dedicato ai giochi, contempla i seguenti rilevanti
               ai fini che qui interessano: la tutela della fede, dell’ordine  e  della sicurezza
               pubblici, il contemperamento degli  interessi  erariali con quelli  locali  e  con
               quelli  generali  in  materia  di  salute pubblica, garantire il regolare  afflusso
               del prelievo tributario gravante sui giochi, l’esigenza  di  prevenire  i fenomeni
               di ludopatia ovvero di gioco d’azzardo patologico e di gioco minorile, l’intro-
               duzione di regole trasparenti  e uniformi  nell’intero  territorio  nazionale  in
               materia  di  titoli abilitativi all’esercizio dell’offerta di gioco, di autorizzazioni
               e di controlli,  garantendo  forme  vincolanti  di  partecipazione  dei Comuni






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