Page 56 - eBook - La Questione Territoriale
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               dato per assunto nelle premesse e nella narrativa dei provvedimenti comunali,
               non solo non idonee a contrastare la dipendenza dal gioco lecito ma anche
               indirettamente causative del rafforzamento del problema.
               Nello specifico, va rilevato che se i provvedimenti hanno l’intento di assistere il
               giocatore patologico per liberarlo dalla patologia, è di tutta evidenza che sono
               perfettamente inefficaci: chi abbia bisogno in termini patologici di un prodotto
               non ha difficoltà ad adattarsi ai cambi di orari, da un lato, e non avrebbe diffi-
               coltà di movimento nel ricercare il comune limitrofo dagli orari più compa-
               tibili. Potrebbe valutarsi con attenzione, infatti, che il motore delle decisioni e
               della psicologia della dipendenza è un motore impulsivo-compulsivo che può
               trovare il suo contenimento non con una limitazione di orari ma con dei mec-
               canismi idonei ad interrompere il circuito decisionale.
               Difficile poi riconoscere con dati scientifici quale sia una specifica categoria di
               soggetti deboli. Nelle stesse delibere si legge infatti che risulterebbero deboli i
               giovani e gli anziani, altri studi fanno riferimento alla fascia 30/55 anni.
               La verità è che la misura limitativa di orari della distribuzione di gioco legale è
               una misura paragonabile più ad un taglio lineare dei costi, che ad una sana ge-
               stione delle spese. È una misura che sembra più rispondere a esigenze mediati-
               che di comunicazione, piuttosto che una sana, saggia ed efficace azione politica
               di contenimento del fenomeno. Qualcuno potrebbe dire che è una misura che
               in grado di fare meglio alla raccolta dei voti che alla salute pubblica.
               Altro punto tecnico / scientifico di rilievo è che se la misura non fa bene, da un
               lato, non è del tutto neutra, dall’altro. Ed infatti ad una misura eccessivamente
               restrittiva (come accade nella maggior parte dei casi) corrisponde un sostanziale
               proibizionismo. Al proibizionismo imposto sul territorio locale (ma da anni ab-
               bandonato dal legislatore nazionale) corrisponde poi un’espansione dell’offerta
               di gioco parallelo, al di fuori delle distribuzioni legali. E non vi può essere chi
               non veda che il gioco estraneo al circuito legale (oltre a porre un tema di ordine
               pubblico) è un gioco che non offre le stesse garanzie di sicurezza e regolarità e
               moderazione del gioco legale.
               Nelle ordinanze locali limitative di orari non vi è alcuno studio sull’effettiva
               efficacia della misura.
               Sotto il profilo giuridico il rilievo che può essere mosso in proposito consiste
               nel fatto che le ordinanze non possano appiattirsi sul mero intento di tutelare
               l’interesse in questione. Così come le valutazioni da operare in sede giudiziale
               è bene che si spingano a sindacare se esista l’effettiva valutazione nell’ambito






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