Page 149 - eBook - La Questione Territoriale
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Geronimo  Cardia  —  La  que stione  territ oria L e


               licenza richiesta per l’apertura (si badi bene: con quattro provvedimenti diame-
               tralmente opposti).
               A questo punto con la finale autorizzazione ad aprire (si badi bene: con l’auto-
               rizzazione ad aprire) rilasciata dalla Questura, l’imprenditore ed i suoi lavoratori
               hanno potuto aprire, ma il Comune ha ritenuto di intervenire e di disporre la
               chiusura dei locali.
               Ed a questo punto la domanda che possiamo farci noi è: in questo contesto
               cosa deve fare un privato cittadino quando si confronta con un’amministra-
               zione dello Stato (l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) che gli consente di
               esercitare l’attività del gioco, un’amministrazione dello Stato (la Questura) che
               dopo quattro provvedimenti diversi alla fine gli consente l’apertura della sala,
               un’amministrazione dello Stato (il Comune) che prima gli chiede le imposte
               per la pubblicità su strada della sala giochi, poi emette il regolamento con i
               divieti di apertura e infine gli impone la chiusura della sala.
               Mi scuso con i lettori per i giramenti di testa che avrò procurato con questa
               ricostruzione ma assicuro da testimone oculare che l’imprenditori ed i suoi
               lavoratori ne hanno avuti e ne stanno avendo di ben più gravi in questi mesi.
               Questo “ti consento, non ti consento, ti autorizzo, non ti autorizzo” ha im-
               pedito fino ad oggi all’imprenditore di poter discutere in giudizio del merito
               della illegittimità o legittimità del regolamento per capire una volta per tutte
               se nonostante l’autorizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, no-
               nostante la licenza della Questura, si possa esercitare o no l’attività, si possano
               tutelare i propri lavoratori, si possa o no rientrare degli investimenti finora
               operati, sia giusto o no con una mano dire che si vuole regolamentare e con
               l’altra di fatto imporre l’antico proibizionismo sull’intero territorio comunale.
               A prescindere poi dal fatto se il regolamento sarà giudicato giusto o sbagliato
               (dai giudici però, non solo dai media), si lasci dire che l’amarezza ha origine
               nelle difficoltà che un imprenditore deve incontrare a causa dell’assenza di
               certezza del diritto. Bisogna che si capisca che l’assenza di certezza del diritto
               è in grado di compiere danni rilevanti nel nostro Paese, l’assenza della certezza
               del diritto distrugge qualunque progetto e mette a repentaglio preziosi posti
               di lavoro.
               L’amarezza ha origine anche nel fatto che la battaglia politica nei confronti del
               gioco legale, nei confronti degli operatori legali del settore che come soldati
               per lo Stato assicurano il rispetto delle regole dei giochi, ha come macroscopico
               effetto quello di creare i presupposti per lasciare il campo libero alla criminalità






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