Page 146 - eBook - La Questione Territoriale
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               interessi in gioco, prevale il pregiudizio grave ed irreparabile, di carattere non solo patrimoniale,
               conseguente all’esecuzione dell’ordinanza impugnata”. Per cui è rilevante e confortante
               che i giudici abbiamo operato un bilanciamento degli interessi riconoscendo come
               prevalente e da tutelare quello di non pregiudicare gli interessi, attenzione, anche di
               carattere non patrimoniale come ad esempio quelli sopra ricordati.
               In esito all’udienza di merito, confermando la decisione assunta nella fase cau-
               telare, è stato accolto il ricorso con la precisazione che la ludopatia è una pato-
               logia collegata al gioco d’azzardo e non al gioco lecito che, invece, rappresenta
               il frutto di un bilanciamento di interessi effettuato dal legislatore statale. E qui
               va sottolineata la consacrazione della distinzione tra il gioco d’azzardo illegale,
               da un lato, ed il gioco legale, dall’altro. Il gioco d’azzardo illegale non control-
               lato ed in mano a soggetti che operano nella illegalità è idoneo, tra l’altro, a
               determinare danni e patologie (può generare ludopatia con premi sconsiderati
               o con poste senza limiti, può minare la sicurezza pubblica etc.). Il gioco legale
               no. Il gioco legale è controllato, è limitato, è vietato ai minori, è concepito dal
               legislatore che con la prudenza richiesta dal caso lo contorna da regolamen-
               tazione e presidi attenti a tutelare utenti, giocatori e non. Per questo il gioco
               legale non è idoneo, in quanto tale, a generare patologie quali la ludopatia (e si
               aggiunge problemi di sicurezza pubblica).
               Altro principio che emerge è che lo Stato legislatore, proprio perché in pos-
               sesso degli strumenti per effettuare il corretto bilanciamento degli interessi in
               gioco, è il solo a poter intervenire in materia e tutte le volte in cui lo Stato con-
               senta ad altri soggetti (ad esempio ai Comuni) di intervenire sull’argomento, è
               richiesto a questi ultimi, specialmente se l’intervento è limitativo degli interessi
               degli operatori del settore, uno sforzo motivazionale importante imponendo
               una motivazione “intensa e penetrante, idonea a rappresentare una situazione proble-
               matica, enucleativa dei gravi pericoli”. Lo sforzo motivazionale deve essere impor-
               tante, quindi, ed anche convincente.
               Inoltre, anche volendo ridurre la questione alla possibilità per il Comune di
               regolamentare gli orari degli esercizi commerciali sulla base del potere concesso
               ai Sindaci dall’art. 50 del Tuel, detto articolo attribuisce sì al Sindaco un potere
               di “coordinamento e riorganizzazione degli orari degli esercizi commerciali e dei servizi
               pubblici” ma tale potere deve essere esercitato sulla base degli indirizzi espressi
               dal Consiglio comunale e nell’ambito dei criteri eventualmente indicati dalla
               Regione, ciò al fine di garantire la massima collegialità nell’assunzione di deci-
               sioni che possano incidere sugli interessi della collettività.






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