Page 155 - eBook - La Questione Territoriale
P. 155

Geronimo  Cardia  —  La  que stione  territ oria L e


               oggi è fonte di lavoro per un numero veramente consistente di dipendenti), sia
               all’assicurazione che sul territorio non si dia spazio alla concorrenza di offerta
               di “gioco illegale”.
               Detto questo, la scelta che facciamo in questa sede è quella di prescindere da
               valutazioni di carattere più generale quali il possibile impatto negativo sull’e-
               rario (e non scopriamo nulla se alla minore raccolta sopra descritta consegue
               un’inevitabile proporzionale diminuzione di gettito in termini di Preu) ovvero
               quale la verifica del fatto se le iniziative comunali più efficacemente sostituibili
               con altre misure o meno. Sono circostanze, queste, che meritano un approfon-
               dimento a parte.
               L’intento è quello di affrontare il dibattito, avendo cura di focalizzarne i profili
               strettamente tecnici. Così facendo ci si accorge che il tutto ruota attorno alla
               verifica della sussistenza, o meno, della competenza dei Comuni a legiferare
               in materia di Awp, ai limiti di intervento dei medesimi e alla legittimità de-
               gli strumenti utilizzati. E ciò, soprattutto, tenendo sempre presente un aspetto
               cruciale del mondo del “gioco lecito”: il settore, la sua disciplina, le modalità
               e i limiti di esercizio sono attribuiti alla competenza esclusiva dello Stato (non
               di un ente territoriale, quale un Comune) che opera attraverso provvedimenti
               normativi di fonte parlamentare o delegati (e non con meri provvedimenti
               amministrativi).
               Lo spirito del legislatore che ha posto questa esclusiva in capo allo Stato è
               chiaro: così offerto il gioco è “gioco lecito”, è un gioco che non fa male all’u-
               tente perché viene offerto in modo controllato e responsabile. La ricetta scelta
               non è il divieto, ma la regolamentazione e la verifica del rispetto delle regole.
               In questo quadro si inseriscono la salvaguardia del giocatore e la lotta al gio-
               co d’azzardo patologico. Si tratta di obiettivi dello Stato legislatore, che, quale
               unico responsabile del gioco pubblico lecito, ha dettato al riguardo specifiche
               disposizioni  e si prepara, così come stabilito dalla recente legge di Stabilità, ad
                         24


                  24.  Le norme di settore, non guasta mai ricordarlo, prevedono sinteticamente che il “gio-
               co lecito”: (i) sia gestito dallo Stato, attraverso operatori selezionati con gara pubblica e definibili
               incaricati di pubblico servizio (i.e i Concessionari) che a loro volta possono avvalersi sul terri-
               torio dell’operato di soggetti terzi incaricati dai requisiti sempre maggiormente regolamentati
               (i.e. gestori o esercenti); (ii) sia dotato di regole sia soggettive (i.e. identificative dei requisiti degli
               operatori del settore) sia oggettive (i.e. identificative delle regole del gioco, dei divieti di accesso
               ai minori, delle caratteristiche tecniche delle Awp, delle modalità di erogazione dei premi, delle
               quantificazioni dei premi, del contingentamento etc.).






               154
   150   151   152   153   154   155   156   157   158   159   160