27 Mag Tutte le informazioni che servono per un riordino del territorio sostenibile ed efficace: l’analisi nel “Il gioco pubblico in Italia riordino, questione territoriale e cortocircuiti istituzionali” che muove i passi dalla pubblicazione di GN Media del 2016. (L’analisi del riordino, Gioconews – maggio 2024)
In questo articolo ripercorriamo le principali caratteristiche del libro appena uscito, di cui abbiamo parlato in anteprima all’IGE e che muove i passi dal testo edito nel 2016 da GN Media “La Questione Territoriale. Il proibizionismo inflitto al gioco legale dalla normativa locale”. Oggi come e più di allora gli spunti di riflessione proposti sono fondamentali per quella consapevolezza di sistema che non può mancare nell’attuale fase di riordino del comparto del gioco fisico.
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La Questione Territoriale.
Dal 2010 la capacità sostanzialmente espulsiva delle misure adottate da Regioni (distanziometri) e Comuni (limitazioni di orari) nei confronti di solo alcune tipologie di giochi (principalmente ove non unicamente apparecchi) e della sola distribuzione fisica si è nel tempo manifestata, impedendo di fatto nuove installazioni, se non consentendole solo ai margini degli insediamenti urbani, e mettendo a rischio la sostanziale totalità delle realtà preesistenti, di solito chiamate a verificare la compatibilità delle proprie localizzazioni sui territori a qualche anno dalla entrata in vigore del rispettivo distanziometro locale.
Ciò ha comportato il fatto che negli ultimi anni si possa annoverare un sostanziale blocco delle nuove installazioni, il ricorso a numerosi provvedimenti normativi regionali di emergenza per evitare l’espulsione dell’offerta pubblica da interi territori e la proroga delle concessioni esistenti.
Le proroghe delle concessioni sono proroghe di natura tecnica perché la motivazione delle stesse ha un’origine normativa ben chiara o meglio ha origine in una patologia di derivazione normativa. In effetti il motivo delle proroghe è dovuto proprio quella che abbiamo definito Questione Territoriale che nel tempo ha impedito si potesse bandire qualsiasi tipo di gara sui territori: chi si sarebbe presentato per partecipare ad una gara di selezione per l’aggiudicazione di concessioni sapendo poi di non poter mettere a terra i punti di gioco pubblico per colpa dei divieti sostanzialmente assoluti imposti dai cosiddetti distanziometri espulsivi e dagli orari di funzionamento insostenibili?
La paralisi dell’emanazione dei bandi di fatto non solo crea imbarazzo a livello comunitario per lo stallo, ma crea anche agli operatori uno stato di instabilità del tutto stonato rispetto al valore ed all’importanza di carattere generale del servizio prestato ed alla mole di investimenti richiesti dallo Stato in sede concessoria per rispettare gli altissimi livelli di servizio richiesti.
Ebbene ad oggi il problema della cosiddetta questione territoriale non è ancora risolto in sede giudiziale nonostante il grande numero dei ricorsi. Il problema non si è ancora risolto neanche in sede legislativa perché i tanti riordini più volte promessi e calendarizzati nelle agende parlamentari dai vari Governi che si sono succeduti non si sono mai concretizzati. Il precedente tentativo non andato a buon fine è quello della cosiddetta Intesa tra Stato e Regioni annunciata a fine 2015, raggiunta con fatica a fine 2017 ma mai alla fine attuata. Ora è la volta del Riordino annunciato con l’importante Delega Fiscale.
Il primo libro del 2016.
Nel 2016 è stata pubblicata una prima raccolta degli articoli di analisi/denunzia del fenomeno, con circa quaranta tavole finali di perizie urbanistiche redatte nel tempo per la dimostrazione dell’effetto espulsivo delle norme richiamate. Il testo, dal titolo “La Questione Territoriale – Il proibizionismo inflitto al gioco legale dalla normativa locale”, di Geronimo Cardia, edito da GN Media che cura la rivista specializzata del settore Gioconews, reca la prefazione del Sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze dell’epoca con delega ai giochi che precisava quanto l’elaborato costituisse un quadro fedele del contesto.
L’attualità del tema.
Oltre ad un inquadramento del fenomeno per governarne le mille sfaccettature, si propone la raccolta di oltre 140 approfondimenti effettuati sul tema dell’impatto della normativa regionale e comunale sull’ordinamento giuridico nazionale del gioco pubblico, prendendo a riferimento i provvedimenti normativi che nel tempo si sono susseguiti, spiegando le evoluzioni ed eventuali incongruenze in sede legislativa, regolatoria, giudiziale e governativa.
Gli approfondimenti, molti dei quali pubblicati su Gioconews, hanno una natura giuridica di base, senza rinunciare alle valutazioni degli impatti economici e sociali, di legalità e occupazionali del fenomeno, tenendo ben presenti ed avanti a tutti gli aspetti sanitari, necessariamente rilevanti per il tema del disturbo da gioco d’azzardo.
A questi, per toccare con mano gli effetti concreti determinati sui territori dai distanziometri, segue la pubblicazione delle tavole urbanistiche di otre 70 città italiane, peraltro scaricabili in alta definizione per ogni approfondimento.
L’attualità del tema è data chiaramente anche dal fatto che, come annunciato nella Delega Fiscale di agosto 2023, è stato previsto il Riordino del comparto del gioco pubblico nella sua interezza atteso da anni da Istituzioni ed operatori.
In questi mesi è in corso la fase dell’attuazione della Delega con tutte le criticità di un momento in cui regolare in un modo o in un altro, con o senza priorità le diverse questioni significa incidere non solo sugli interessi privati degli operatori ma ancor prima ed ancor di più sugli interessi pubblici che sono il presupposto dell’esistenza dello stesso comparto.
Si pensi, infatti, che (i) il gettito erariale riveniente dall’intero comparto (dati 2022) è di 11 miliardi di euro all’anno, di cui 1 dal gioco on line e 10 dal territorio (5,9 in particolare dagli apparecchi che sono quelli maggiormente colpiti dai distanziometri e dalle limitazioni di orai espulsivi), benché giocate on line e giocate sul territorio sostanzialmente si equivalgano; (ii) la rete generalista (di bar e tabacchi) porta i prodotti di Stato e dunque la legalità in oltre 6.000 dei circa 8.000 comuni italiani; (iii) l’utente può essere tutelato anche con l’esperienza di chi già distribuisce prodotti importanti come il tabacco ed i superalcolici; (iv) il comparto conta migliaia di imprese, soprattutto sul territorio con i suoi 140.000 lavoratori (sul totale dei 150.000 di tutto il sistema).
E poi sullo sfondo c’è il tema rilevantissimo del rapporto tra distribuzione on line e distribuzione territoriale nonché tra prodotti, che impatta su questo comparto come e forse più di quanto accada in genere nel confronto già rilevante tra commercio via web e commercio su strada. Un confronto questo che può determinare importanti ricadute non solo sul piano della tutela dell’utente, del gettito erariale, del presidio di legalità e dell’occupazione ma anche sul piano tutela delle piccole e medie imprese italiane.
Conclusioni
Nel libro si parte dai cortocircuiti istituzionali che hanno caratterizzato il fenomeno in questi anni e paralizzato ogni possibile soluzione, ma si cerca anche di fare un elenco di strumenti con cui trovare la via per la tutela dell’utente, per la sostenibilità delle misure e per la stabilità del comparto, anche in questa fase di attuazione della Delega Fiscale.
Geronimo Cardia