L’importanza della rete generalista per il perseguimento degli interessi costituzionali e l’attuazione della Delega Fiscale: le considerazioni emerse in Confcommercio il 20 settembre 2023 nel corso del Forum Acadi in cui è stato presentato il Bilancio di Sostenibilità del comparto del Gioco Pubblico. (La rete generalista al centro della riforma del comparto. Geronimo Cardia, Gioconews – ottobre 2023)

In questo articolo metto in evidenza le principali considerazioni e riflessioni proposte dalle categorie nel corso del dibattito avvenuto durante il Forum Acadi 2023 alla presenza di Istituzioni, Autorità, esperti ed operatori del settore. La centralità della rete generalista dovrà essere considerata nella fase di valutazione dell’attuazione della Delega Fiscale.

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Premessa
E’ cosa nota che il 20 settembre scorso sia stato presentato il primo Bilancio di Sostenibilità del comparto del Gioco Pubblico di ACADI – l’Associazione dei Concessionari del gioco pubblico – in Confcommercio Imprese per l’Italia con il quale si è voluto focalizzare l’attenzione, accanto al valore del comparto, sull’imprescindibilità della tutela della rete generalista nella fase del prossimo riordino del settore del Gioco Pubblico per il perseguimento degli interessi costituzionali che essa consente.
Si è parlato ancora delle criticità determinate dal contesto normativo centrale e territoriale ma anche delle conseguenze negative di eventuali declinazioni non omogenee della Delega Fiscale.

Le categorie hanno parlato agli stakeholder
Le categorie hanno espresso il loro punto di vista in Confcommercio con Lino Enrico Stoppani (Presidente Fipe-Confcommercio), Emilio Zamparelli (per il Presidente di Fit e Presidente S.T.S.), oltre che con il sottoscritto. Le federazioni aderiscono tutte al sistema Confederale di Confcommercio, compatto nel sostenere l’importanza della rete generalista. Ha fatto anche un intervento Domenico Distante Presidente di Sapar ed è stata annunciato ottimismo per l’ingresso della stessa nel medesimo sistema confederale.
Il tutto davanti agli stakeholder a partire dai rappresentanti, numerosi, delle Istituzioni e della Politica e presenti in sala.
Tra essi, oltre al Presidente Sangalli, con la moderazione di Laura Chimenti, hanno infatti partecipato Lucia Albano (Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze), Mario Lollobrigida, (Direttore Giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), Marco Osnato (Presidente della VI Commissione (Finanze) presso la Camera dei Deputati), Claudio Ramponi (Gen. B. comandante del Nucleo Speciale Commissioni Parlamentari d’Inchiesta della Guardia di Finanza), Vincenzo Nicolì (Direttore del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato), Tommaso Miele (Presidente Aggiunto della Corte dei Conti e Presidente Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per il Lazio), Monica Palumbo (Partner Servizi Sostenibilità di Deloitte), nonché gli onorevoli Ylenia Lucaselli (Fratelli D’Italia), Ettore Rosato (Italia Viva), Alessandro Colucci (Noi Moderati), Luciano D’Alfonso (Partito Democratico), Luca Squeri (Forza Italia), Dario Damiani (Forza Italia) e Daniela Sbrollini (Azione – Italia Viva).
A tutti è stato rivolto un ringraziamento per la partecipazione che ha contribuito in maniera determinante alla riuscita dell’iniziativa.
I temi del futuro del gioco pubblico condivisi in un contesto così rappresentativo e proposti da subito alla Politica trovano corpo nei contenuti degli interventi di seguito descritti, pure ampiamente riportati nella cronaca.

La posizione di Acadi
Nel mio intervento ho ritenuto di mettere in evidenza i temi centrali della rappresentanza e della reputazione, così come dell’esigenza di conoscenza del settore anche al suo interno. Il tutto con la descrizione dei dati del Bilancio di Sostenibilità ed i risultati da esso prodotti.
“Acadi rappresenta oggi con le filiere dei suoi associati il 20% del gettito del Comparto del Gioco Pubblico e circa un terzo di quello della verticale distributiva degli apparecchi.
Fa parte del sistema confederale di Confcommercio a fianco di Fipe, EGP e Fit che nel comparto possono rispettivamente vantare una rappresentanza massiccia di migliaia di bar di cui tanti già con prodotti di gioco all’interno, di numerose aziende delle reti specializzate, con l’obiettivo al riguardo di dimensionare una rete sui territori che possa raggiungere 1.000 unità, e di migliaia di tabaccai, molti dei quali con prodotti di gioco ed in particolare apparecchi.
Da sempre per il comparto si pongono in via prioritaria due temi strettamente legati: uno di conoscenza e l’altro, che lo presuppone, reputazionale.
Negli anni la conoscenza del fenomeno ha fatto importanti passi avanti, generando tra gli stakeholder, tra i portatori di interessi, ma anche in una fetta importante dell’opinione pubblica, una maggiore consapevolezza della reputazione da riconoscere al comparto.
Un comparto il cui ruolo ed il cui valore aggiunto nel sistema Paese sono ben rappresentati dalle quattro espressioni della giornata di oggi: Responsabilità, Legalità, Fiscalità e Occupazione.
Queste parole sono state espresse perché giungano chiare a stakeholder come Politica e Istituzioni, da un lato, ed opinione pubblica, dall’altra.
Di qui il senso della continuazione di un percorso avviato nel 2019 con la nostra ultima assemblea generale in presenza che ha preceduto lo stop pandemico che ha messo in ginocchio tutti ma in particolare il Comparto, tra i più colpiti dalle chiusure.
Un percorso, quello che vogliamo continuare, che vuole tendere a proporre pubblicamente un bilancio di sostenibilità di comparto che in modo tecnico e documentato continui nel tempo ad esplicitare l’andamento dell’azione dello stesso comparto
In linea con queste valutazioni, il Bilancio di Sostenibilità analizza i dati del comparto nel suo complesso, senza rinunciare ad entrare nel particolare.
E ciò che pensiamo sia giusto è che esso sia redatto con gli stessi standard e la stessa severità che si addicono all’iniziativa
In particolare, per quel che riguarda i quattro termini richiamati, ho avuto modo di precisare quanto segue.
La Responsabilità è intesa quale forma di tutela della salute dell’utente così come della fede pubblica.
Le leve per la tutela dell’utente che vedono il comparto impegnato direttamente sono diverse (tecnologia, informazione, registro di autoesclusione) ma tra queste mi colpisce il dato della necessità di avere a terra un’offerta pubblica di prodotti misurati e controllati dallo Stato, che solo un’equilibrata distribuzione dei punti di gioco tra rete specializzata e generalista può assicurare.
E colpisce il dato che già operatori dotati di grandi capacita di gestione e distribuzione di prodotti sensibili quali tabacco, alcolici e super alcolici. Ed a ben vedere sono le grandi capacità messe in campo dalla rete generalista che potrebbe essere anche ulteriormente qualificata con processi di formazione realmente efficaci.
Nel Retail degli 85.000 punti sul territorio, circa 75.00 sono della rete generalista di bar e tabacchi, di cui 41mila di bar esercizi pubblici. Di questi, nella verticale degli Apparecchi, dei 53.000 punti, circa 49mila sono riferiti alla rete generalista di bar e tabacchi, di cui circa 38mila di bar e pubblici esercizi.
Vi è poi la proposta di valutazione di un sistema per le nuove realtà che consente di assicurare una presenza qualificata e capillare sul territorio ma anche di tenere sotto controllo la dimensione e la numerosità dell’offerta. Questo sistema è in linea con esperienze simili quali quella dei tabacchi e si appoggia a criteri di distanze tra punti (e non da luoghi sensibili) calibrate in ragione della popolazione.
La Legalità è intesa in senso ampio: dal presidio dei territori, alle attività di compliance poste in essere nell’esercizio dell’attività con il rispetto della normativa antiriciclaggio, della tracciabilità dei flussi finanziari, della trasparenza dei soggetti coinvolti per contrastare il fenomeno delle infiltrazioni.
Ma il contrato all’illegalità è attuato principalmente dal presidio del territorio con una presenza effettiva dell’offerta di Stato. Non si può prescindere dal presidio del territorio se si vuole fare il contrasto all’illegalità.
Il presidio del territorio è assicurato in larga parte dalla rete generalista dei pubblici esercizi. Lo dice il dato del numero dei comuni presidiati.
I Comuni in Italia sono 7.901. Quelli con pubblici esercizi o tabaccherie \ ricevitorie con apparecchi sono 6.044. Quelli con sale con apparecchi da intrattenimento: 1.759. Quelli con negozi scommesse: 1.460. Quelli con punti scommesse: 1.889. Quelli con Sale Bingo: 137
La Fiscalità prende in considerazione diversi aspetti: dal gettito erariale generato dal comparto per l’esercizio delle attività di gioco, alla fiscalità ordinaria generata dalle aziende per imposte dirette ed indirette.
Facendo un focus specifico sul gettito erariale da emersione riveniente dal gioco regolamentato nella sua interezza emerge che la gran parte di questo è generato a tutt’oggi per dal retail.
Rispetto al gettito erariale complessivo (prelievi ed utili erariali, imposta unica, prelievi sulle vincite) riveniente dall’intero comparto del gioco pubblico, pari nel 2022 a circa 11,2 miliardi di euro, il gettito erariale complessivo generato dal retail è di circa 10,2 miliardi di euro, che corrisponde a circa il 91%.
Il gettito erariale riveniente dal retail è a sua volta generato per larga parte dalla verticale distributiva degli Apparecchi stimabile in circa 5,9 miliardi milioni di euro, circa il 53% del totale dei prelievi del 2022.
Il gettito erariale riveniente dagli Apparecchi è quello a sua volta generato per larga parte dalla verticale distributiva degli Apparecchi collocati presso la rete generalista che è stimabile in circa 3,1 miliardi di euro, percentuale di quasi il 20% del totale dei prelievi del 2022 (da bar, esercizi pubblici ed altri esercizi commerciali per oltre 2,9 miliardi di euro e da tabaccherie e ricevitorie per circa 500 milioni di euro).
Occupazione significa: (i) sviluppo di importante sistema imprenditoriale e di rilevanti livelli occupazionali diretti ed indiretti; (ii) sistema di imprese del comparto altamente specializzato e qualificato per gli imposti standard di specializzazione di professionalità e di tecnologia, da un lato, e qualitativi in termini reputazionali, economici, finanziari e patrimoniali, dall’altro; (iii) attrazione nel Paese di capitali di investimento dall’estero; (iv) creazione di occupazione diretta; (v) sviluppo di occupazione delle imprese del comparto nelle aziende delle filiere distributive; (vi) sviluppo dell’occupazione nell’indotto.
Qui il bilancio mette in risalto il fatto che i livelli occupazionali più elevati sono assicurati dalla rete del territorio ed in particolare dalla rete generalista e da tutta la sua filiera.
Del numero riferito all’intero comparto di 150.000 lavoratori:
oltre 140.000 sono relativi al canale retail; di questi, oltre 42.500 sono relativi alla verticale distributiva degli apparecchi; di questi, oltre 19.000 sono relativi ai punti generalisti costituiti dagli esercizi pubblici e commerciali, oltre 5.000 nelle tabaccherie e ricevitorie, oltre 18.000 nelle sale specializzate con apparecchi.”

La posizione di Fipe.
Centrale e ad ampio raggio è poi stato l’intervento di Lino Stoppani – Presidente di Fipe-Confcommercio, Federazione Italiana Pubblici Esercizi – il quale non ha mancato di precisare tutti gli aspetti relativi alla centralità dell’offerta generalista.
“Dal 2019 abbiamo affrontato grandi problemi ma anche dimostrato grandi capacità di persone e di imprese: nel “nostro piccolo” è stato concretizzato un progetto nato dalla rappresentanza datoriale in una associazione di imprese dinamica e molto presente nei rapporti istituzionali nazionali e locali, come EGP, sindacato di categoria degli esercenti specializzati in FIPE.
Nella regolazione, non è cambiato nulla rispetto al 2019: troppe legislazioni locali sono ingiustamente penalizzanti per gli esercenti, senza con questo riuscire ad ottenere risultati tangibili nella lotta alle dipendenze, al consumo compulsivo di giochi in denaro.
Studi recenti autorevoli, ma anche il buon senso, dimostrano che la prevenzione non può venire solo da distanziamenti fisici o limitazioni orarie: questo può allontanare i giocatori da intrattenimento, ma perfino favorire i soggetti patologici, allontanandoli dai loro centri di vita se non isolandoli nel gioco online.
Anche per le dinamiche di mercato e fiscali, guardando solo ai pubblici esercizi, il loro numero (tra quelli regolamentati dall’Agenzia Dogane e Monopoli) si è ridotto di un terzo tra il 2017 ed oggi.
Sono ancora a rischio soprattutto i bar di prossimità, quelli nei quali il gioco è intrattenimento, con gli apparecchi a piccola vincita, i corner scommesse, i servizi di ricarica per il gioco online.
Dobbiamo prendere però questa dinamica come una opportunità, che è nella linea della nostra Federazione: maggiore preparazione e qualificazione degli esercenti per garantire servizi migliori ai consumatori ed alle Istituzioni. La linea per una “sostenibilità” dell’offerta di giochi in denaro si mostra quindi chiara: (i) tornare ad un accordo di concertazione tra Stato ed Autonomie sulla corretta distribuzione degli esercizi – di tutti i prodotti di gioco in denaro, non solo di alcuni – per difendere legalità, salute ed economia; (ii) far evolvere le regole di organizzazione dell’offerta negli esercizi (specializzati ma anche “generalisti”: le sale come i bar) secondo modalità più moderne, che si avvantaggino delle opportunità disponibili con la digitalizzazione ma siano concentrate sulla capacità degli esercenti di controllare e proporre responsabilmente servizi “sensibili” come il gioco; (iii) utilizzare la formazione degli esercenti e del personale a riconoscere le dipendenze non come uno sterile adempimento formale (talvolta solo prescritto e non realizzato in ambito regionale) ma come leva centrale per la qualificazione: come Sistema Confcommercio siamo già in campo per concretizzare questo obiettivo in collaborazione con le Regioni e con le Aziende Sanitarie Locali: voglio citare l’ottimo percorso organizzativo di Confcommercio Toscana in questo senso; (iv) sempre in termini organizzativi, è da avviare definitivamente il sistema di controllo di accesso ed il Registro nazionale di esclusione per le sale specializzate (quelle dove sono offerti prodotti più complessi e che già sono vietate all’accesso dei minori). L’Autoesclusione può essere anche un formidabile strumento di comunicazione ed informazione sociale, per lottare concretamente contro i consumi compulsivi.
Anche per il settore dei giochi siamo convinti che la tutela dei cittadini, degli interessi pubblici, della società italiana sia assicurata dalla qualità del lavoro, della preparazione, quindi della responsabilità imprenditoriale e sociale delle nostre imprese e dei nostri lavoratori; non dimentichiamo che anche i giochi, nei nostri pubblici esercizi, sono parte del vivere fuori casa, della socialità, del contatto umano.
Sono queste le nostre principali risorse che desideriamo fermamente continuare a mettere a disposizione anche nell’offerta dei giochi in concessione; per mantenere e migliorare ulteriormente questa qualità chiediamo, ancora una volta, la giusta attenzione legislativa alle istituzioni di governo e parlamentari, nazionali e territoriali, per rendere il gioco in denaro solo intrattenimento e sempre meno terreno di gestione criminale o di sfruttamento delle dipendenze di soggetti deboli”.

LA posizione di Fit.
Emilio Zamparelli per il Presidente di Fit – Federazione Italiana Tabaccai e nella sua qualità di Presidente S.T.S. ha precisato, tra l’altro, che: “La Federazione Italiana Tabaccai è l’organizzazione maggiormente rappresentativa dei rivenditori dei generi di monopolio, per un totale di oltre 48.000 rivendite associate operanti sul territorio nazionale; ad essa aderisce il Sindacato Totoricevitori Sportivi in rappresentanza dei rivenditori con annessa ricevitoria di giochi, scommesse, concorsi pronostici e apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro.
I tabaccai ricevitori rappresentano una delle punte di diamante della rete di raccolta del gioco nel nostro Paese. Sono una rete dello Stato che opera in concessione esclusiva per il Gioco del Lotto, e una delle principali reti di raccolta dei classici giochi da ricevitoria. Grazie alla loro estrema capillarità nel territorio, che con quasi 50.000 esercizi non ha eguali nel nostro Paese, e alla loro affidabilità e professionalità, rappresentano un vero e proprio presidio di legalità, contribuendo attivamente a combattere l’illegalità.
Tale funzione è ancor più evidente se si dà uno sguardo al passato: con l’affidamento del Gioco del Lotto in esclusiva nel 1987 hanno eliminato, di fatto, il lotto clandestino che, fino ad allora, rappresentava una piaga concreta nel nostro Paese. Grazie ai loro corner, le tabaccherie hanno contribuito e, continuano quotidianamente a contrastare il mercato delle scommesse illegali, che fino ai primi anni 2000 rappresentavano praticamente la regola.
Ugualmente, prima della regolamentazione, nel territorio italiano erano presenti ben 800.000 videopoker, tutti illegali, senza alcun controllo da parte dello Stato, spesso e volentieri installati nei retrobottega, nei sottoscala e nelle bische clandestine. Oggi tali macchine non esistono più; esiste invece una rete che, tra AWP e VLT, ammonta a circa 310.000 apparecchi, tutti regolamentati, sempre connessi alla rete dello Stato, a garanzia anche degli stessi giocatori.
Simili considerazioni sono essenziali in vista del riordino del settore che, con la recente approvazione della legge di delega al Governo per la riforma fiscale, lo scorso agosto, finalmente sembra essere arrivato a un punto di svolta. Di riordino, in realtà, se ne parla da tempo ma, finalmente, pare che i tempi siano diventati maturi per addivenire finalmente al risultato.
Si tratta ormai di una questione prioritaria: negli ultimi anni, in assenza di una programmazione articolata da parte del legislatore nazionale, il settore ha assistito a una moltiplicazione di normative locali che, col pretesto di prevenire i disturbi da gioco d’azzardo, hanno di fatto penalizzato la raccolta del gioco su rete fisica; gli strumenti principali utilizzati a questo scopo sono stati i distanziometri e le fasce orarie.
Oggi, a distanza di anni, è necessaria una riconsiderazione di tali strumenti, partendo dagli effetti ottenuti: il gioco fisico è stato di fatto fortemente danneggiato, a volte completamente espulso, mentre il gioco online ha continuato a crescere, per ragioni intrinseche al suo canale, senza alcuna limitazione di raccolta.
Peraltro, visti appunto i suoi volumi, l’online non è più un segmento circoscritto e settoriale, ma rappresenta ormai il canale di gioco principale: allo stato attuale, se è sufficiente uno smartphone per giocare indisturbati e senza limiti (al limite anche all’interno dei luoghi sensibili stessi), è obbligatorio domandarsi se distanziometri e fasce orari non siano ormai degli strumenti obsoleti e superati.
Immaginare un riordino che faccia ancora ricorso a simili soluzioni, rischia di scivolare nell’anacronismo, confezionandoci un testo sostanzialmente inutile perché nato già vecchio.
A prescindere dalle decisioni che il legislatore prenderà sul gioco online, la tutela della rete fisica è comunque imprescindibile. Anzi, è sotto gli occhi di tutti che il riordino debba partire proprio dalla rete fisica, che è quella che accusa maggiormente l’attuale caos normativo, e che da troppo tempo sta chiedendo a gran voce interventi essenziali per la sua sopravvivenza e la sua crescita, tra cui in primis la risoluzione della questione territoriale. In tale ottica, pensare a un riordino parziale che dia precedenza all’online, significherebbe abbandonare la rete fisica a sé stessa.
Che la rete fisica debba essere tutelata, del resto, è evidente non solo per il segmento gioco ma per il commercio in generale, dove la tendenza a rivolgersi alle piattaforme di shopping online è ancora più accentuata. La desertificazione dei centri città è un fattore allarmante, che dovrebbe imporre soluzioni di contrasto valide e stringenti; lato gioco il riordino deve rispondere primariamente a questa esigenza.
La tutela del gioco fisico significa anche tutela del gioco “legale”, e come già evidenziato, l’arma più potente per combattere quello irregolare, che ingrassa le mafie e la criminalità organizzata.
Oltretutto, salvaguardarlo significa tutelare i giocatori stessi, che possono approcciarsi a tale pratica in totale sicurezza e affidabilità, anche per quanto riguarda la prevenzione dei fenomeni ludopatici.
Le tabaccherie, ad esempio, sono state tra le prime ad approntare una formazione professionale e abilitante che comprende anche un modulo specifico sul gioco d’azzardo patologico, predisposto con il prezioso ausilio di personale medico-scientifico qualificato. Formazione, professionalità e affidabilità sono concetti che devono giocare un ruolo di primo piano nell’ambito del prossimo riordino.
Come sempre, i tabaccai sono pronti a dare il proprio contributo per rendere il settore sostenibile al massimo grado; per questo la categoria non può che apprezzare quando la politica dimostra di impegnarsi attivamente, e senza pregiudizi, a tale fine”.

La posizione di Sapar
Domenico Distante per Sapar ha ricordato i problemi nelle interlocuzioni con una certa parte ella politica per doversi ancore ricordare quanto sia importante il comparto ed in particolare l’offerta del territorio e le imprese di gestione nell’esercizio quotidiano delle attività. Ha anche ricordato il tema altrettanto rilevante del cosiddetto de-risking ingiustificato che sta generando problemi alle imprese degli operatori nelle aperture dei conti correnti se non addirittura indiscriminate chiusure

Conclusioni
Dalle posizioni assunte emerge una condivisa posizione che vede protagonista l’offerta del territorio, ed in particolare quella della rete generalista e delle sue filiere, nella realizzazione degli obiettivi di interesse costituzionale che sono presupposto dell’esistenza stessa dell’intero sistema concessorio.
Oggi questa consapevolezza è fondamentale perché si stanno rimuovendo i corto circuiti istituzionali esistenti (penso alla questione territoriale) ma si stanno anche ridisegnando i criteri distributivi.
E nel farlo siamo convinti che l’obiettivo del legislatore sia quello di agire ad invarianza di gettito, senza pregiudicare (semmai migliorare) i livelli di tutela dell’utente, di legalità, e di occupazione ad oggi raggiunti con l’attuale assetto.
Questi sono giorni importanti per il comparto.
Abbiamo assistito: (i) alla proposta di Delega Fiscale con l’articolo 13 dedicato al riordino del gioco, (ii) alla sua approvazione in sede parlamentare senza sostanziali emendamenti, (iii) alla nomina delle commissioni per la preparazione degli schemi di decreti delegati, da presentare nel termine perentorio del 20 settembre.
Il tutto nella consapevolezza dei termini per definire gli aspetti del NADEF, la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, che come noto fonda le basi per i provvedimenti che saranno adottati di qui alla legge di bilancio.
L’urgenza c’è tutta. E degli aspetti rilevati riteniamo si tenga conto. Certo saranno importanti anche gli altri aspetti che vedono tutti d’accordo. Ossia: (i) tenere in sicurezza la stabilità del sistema concessorio, (ii) dare una soluzione definitiva alla questione territoriale; (iii) coinvolgere i territori destinando loro una parte del gettito erariale più consistente di quanto si faccia oggi, senza ovviamente ulteriori aumenti di tassazione; (iv) mantenere su livelli di sostenibilità la tassazione del comparto che impatta sugli aggi delle filiere (ricordando l’allarme di eccesivi aumenti lanciato dall’Ufficio Parlamentare di bilancio del 2018) senza fare discriminazioni tra verticali distributive; (v) implementare gli strumenti di concreta tutela degli utenti, tra cui il registro autoesclusione, la valorizzazione e formazione dell’offerta, un processo di qualificazione della domanda (intrattenimento e gioco responsabile). Ma anche ripensando ad un sistema di distanze “tra punti di gioco” e non “da luoghi sensibili” per assicurare allo stesso tempo presenza capillare e giusta densità di offerta, anche guardando ad altre modalità di distribuzione già regolamentate (ad esempio quella dei tabacchi); (vi) rendere ordinato ed efficace il sistema di formazione sul territorio nazionale per un processo di sempre maggiore qualificazione dell’offerta; (vii) consentire alle filiere di operare risolvendo il tema delle chiusure dei conti correnti e per il fenomeno del de-risking ingiustificato pure denunziato dall’EBA; (viii) continuare a considerare il Comparto non solo al fianco dello Stato per il perseguimento degli interessi pubblici (salute, risparmio, fede pubblica, gettito erariale, impresa e lavoro) ma anche un concreto strumento nelle sue mani per la messa a terra immediata delle politiche economiche e sociali all’uopo individuate continuare a contrastare i fenomeni illegali.
Tutti principi centrali e condivisi.
Ma in Confcommercio, al Forum Acadi, è emersa in particolare tra questi la necessità imprescindibile di preservare il presidio di legalità sui territori con un’equilibrata distribuzione tra punti specializzati e punti generalisti, senza comprometterne l’efficacia, neanche indirettamente.
La preoccupazione è legittima perché la Legge Delega allo studio prevede in un passaggio sul sistema distributivo delle reti di raccolta (si tratta della lettera c) dell’allora articolo 13 oggi 15), laddove vengono utilizzati tre concetti “razionalizzazione territoriale e numerica dei luoghi fisici”, utilizzo di “criteri di specializzazione” e di “progressiva concentrazione”.
Ecco, per quanto emerge dal Bilancio di sostenibilità, è bene che questi tre concetti non vengano interpretati nel senso che si pregiudichi una equilibrata distribuzione tra punti specializzati e punti generalisti.
Senza la responsabilità, senza la competenza degli esercizi generalisti con la loro prossimità all’utente (già in grado di gestire la distribuzione di prodotti delicati come il tabacco, alcol e superalcolici); senza il presidio di legalità dei territori assicurato in larga parte dagli esercizi generalisti che arrivano su più di 6000 degli oltre 7000 Comuni italiani; senza l’apporto della fiscalità assicurato in larga parte dagli esercizi generalisti (5,9 miliardi su 11 dagli apparecchi e 3,1 dalla rete dei generalisti e 2,9 dai bar); senza i contributi ai livelli occupazionali assicurati per la maggior parte dall’offerta terrestre con gli esercizi generalisti (140mila dal retail, di cui 42 dagli Apparecchi e 19 dai pubblici esercizi); in definitiva, senza una distribuzione equilibrata tra punti specializzati e punti generalisti i valori in campo, gli interessi pubblici sino ad oggi perseguiti, gli impatti di sostenibilità oggi evidenziati non potranno essere gli stessi.
Con un pericolo di ritorno al passato in pregiudizio di utenti, Stato imprese e lavoratori che nessuno vuole.

Geronimo Cardia



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