15 Mag LA RICOSTRUZIONE E LA CONSULTA DEI GIOCHI “Cosa sta accadendo, cosa accadrà e cosa dovrà accadere alla luce dell’emergenza Covid-19: verso una consulta permanente del gioco pubblico” Geronimo Cardia (Gioconews, maggio 2020)
Comparto del Gioco Pubblico e Covid-19 cosa sta accadendo, cosa accadrà e cosa quindi serve.
Sono settimane che anche l’intero Comparto del Gioco Pubblico vive col fiato sospeso a causa dell’emergenza sanitaria dei provvedimenti restrittivi imposti dal Governo.
Nonostante questo regime di incertezza, avviato all’inizio di marzo, il Comparto ha dimostrato di avere ben chiaro come dover affrontare la situazione: (i) provvedendo a reagire prontamente, (ii) comprendendo quali fossero le azioni da porre in essere per essere pronto a rispondere ad una chiamata governativa di riapertura e (iii) focalizzando con razionalità tutti gli strumenti necessari per una ripresa delle attività.
Sin dal primo momento il Comparto ha preso atto dei provvedimenti di chiusura e si è dato da fare responsabilmente per mettere in sicurezza tutti gli utenti e tutti dipendenti.
E per questo ha provveduto a chiudere tutti i punti di gioco siano essi in sale (bingo, scommesse, dedicate con awp e vlt) siano essi in esercizi generalisti (peraltro a loro volta destinatari dei provvedimenti di chiusura, eccezion fatta per le rivendite di tabacchi). Per la stessa ragione ha provveduto a porre in essere negli uffici e nei magazzini delle proprie aziende ogni azione per la tutela dei lavoratori attivando tutte le misure per l’attuazione del distanziamento sociale indicato nei provvedimenti di metà marzo tra cui l’ormai noto a tutto smart working.
In tale contesto emergenziale il Comparto ha assicurato allo stesso tempo il compimento di tutti gli adempimenti concessori connessi ad esempio alle comunicazioni ed alle rilevazioni di legge, pur tenendo conto delle difficoltà collegate alle avvenute chiusure deli esercizi.
Il Comparto con freddezza ha poi calcolato senza tentennamenti la magnitudo del problema economico valutando, come detto il mese scorso, in 750 milioni di Euro la perdita mensile di gettito erariale ed in 600 milioni di Euro la perdita di ricavi mensili delle imprese coinvolte. Per questo il Comparto, immediatamente dopo aver provveduto a mettere in sicurezza la salute dei propri utenti e dipendenti ed a porre in essere tutti gli adempimenti concessori, ha fatto squadra per individuare con chiarezza quali fossero i provvedimenti emergenziali necessari per mettere salvare gli equilibri finanziari e di liquidità delle proprie aziende, siano esse concessionarie che di filiera. Il tutto, prendendo poi atto dei provvedimenti governativi effettivamente adottati in termini di differimento e rateizzazione di pagamenti delle imposte sul gioco nonché di misure di ammortizzatori sociali quali la cassa integrazione ed fondo integrativo salariale.
Il passo logico immediatamente successivo è poi quello relativo all’individuazione della soluzione agli interrogativi posti da tutti gli operatori riguardo al futuro.
Ed ecco che il Comparto, in modo coeso ancora una volta, è riuscito ad esprimere un sentimento comune nel valutare da vicino quali siano le azioni da porre in essere per presentarsi pronto a rispondere ad una chiamata governativa di riapertura. Il tutto nella consapevolezza: (i) di rappresentare un Comparto che assicura lo svolgimento di un servizio pubblico, il contrasto al disturbo da gioco d’azzardo, il confinamento dell’offerta illegale dai territori, nonché importanti livelli di gettito erariale oltre che rilevanti livelli occupazionali; (ii) di disporre di una rete distributiva (sale scommesse, sale bingo, sale giochi, bar e ricevitorie) che strutturalmente detiene le caratteristiche che consentono la riapertura al pari dei negozi commerciali.
Oltre all’aspetto strutturale richiamato ed imposto dalle enorme di settore (dato ad esempio dal controllo degli accessi ai punti vendita, dal distanziamento fisiologico tra gli utenti e dai sistemi automatizzati dei prodotti in cui è limitato il coinvolgimento del personale e la ripartizione della gran parte delle aree) il Comparto ha ritenuto di porre in essere la declinazione di tutte le altre specifiche misure di protezione della salute dei personale e degli utenti ai fini della loro messa in sicurezza dalla diffusione del Covid-19 (quali, tra gli altri, la previsione dell’utilizzo di protezioni individuali, l’apposizione di dispenser che consentano l’igenizzazione delle mani, la previsione di percorsi obbligati che assicurino il necessario distanziamento e l’installazione di separatori o distanze tra le fonti di gioco). In questo modo, con il conforto di esperti specializzati e con l’importante consenso delle forze sindacali, emerge l’idoneità del Comparto del Gioco Pubblico a rispondere adeguatamente alla chiamata governativa della riapertura per i negozi commerciali.
Una cosa è certa, guadagnata la riapertura in un contesto in cui l’emergenza sanitaria lo consente, il Comparto del Gioco Pubblico si trova di fronte ad una nuova, grande sfida: quella della ripartenza che assicuri alle proprie imprese tutti gli strumenti per (i) uscire dalla fase di rischio di compromissione dell’equilibrio finanziario e (ii) riconquistare per quanto possibile e quanto prima possibile la necessaria stabilità.
Ed ecco che le misure poste all’ordine del giorno dell’agenda governativa sono quelle del prolungamento delle sospensioni e delle rateizzazioni dei versamenti di imposte sul gioco anche per periodi successivi alla fine del lock down, peraltro da basarsi non in acconto su stime di raccolta del passato non più attendibili, ma su dati a consuntivo e dunque effettivi. E’ infatti chiaro che per riconquistare la stabilità dell’equilibrio finanziario occorrerà tempo e che alla riapertura non coinciderà, ovviamente, una fase di attività paragonabile a quella del passato non foss’altro che per il protrarsi di misure che continueranno ad imporre il distanziamento sociale per tutta la fase di contenimento in attesa della individuazione di un vaccino o più semplicemente di una cura.
Stesso prolungamento si impone per gli ammortizzatori sociali che andranno assicurati anche per il prosieguo.
Almeno per tutto il 2020.
Sotto il profilo economico/finanziario “la misura delle misure” di cui occorrerà veramente discutersi è poi quella del contenimento della pressione fiscale sul gioco pubblico che come è noto agisce in larghissima misura sui margini delle aziende del comparto e non direttamente sull’utente, sul prezzo del prodotto di gioco.
Mai come in questi mesi occorre richiamare la nota dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio che già anni fa ha rilevato l’idoneità dei continui aumenti di tassazione a compromettere la stabilità del sistema.
Altro tema fondamentale per la ripartenza è quello di trovare finalmente la soluzione alla questione territoriale dei distanziometri espulsivi, la cancellazione delle misure che non contrastano il disturbo da gioco d’azzardo e la previsione di quelle efficaci quali il registro di esclusione (peraltro previsto per l’on line), l’apposizione di misure tecnologiche di controllo del gioco, da attuarsi solo con una gestione corretta delle concessioni, delle loro eventuali proroghe in modo da assicurare quella stabilità che costituisce pilastro imprescindibile per lo svolgimento di importanti investimenti.
In queste settimane, va detto, il Comparto del Gioco Pubblico ha dato grande prova di maturità in quanto, dopo una stagione durata circa un anno che ha interessato tutto il 2019 in cui si è preso atto che in effetti le forze rappresentative stavano tutte convergendo su temi oggettivi totalmente condivisibili (quali fiscalità, questione territoriale e stabilità), si è finalmente trovato il modo di dare anche vita ad iniziative di coordinamento paragonabili a quelle di una vera e propria consulta permanente, una Consulta Permanente del Gioco Pubblico.
Nell’ambito della consulta, senza che nessuna forza possa rallentare le iniziative delle altre, si trova il giusto contesto per approfondire i temi che sono oggettivamente di interesse comune e per proporre le giuste soluzioni. Se, come si auspica, il tutto durerà, allora la politica potrà avere un argomento in meno per non ascoltare le giuste richieste, di un intero comparto.
Roma, 23 aprile 2020
Geronimo Cardia