10 Mar LA BABELE DEL GIOCO (GIOCONEWS MARZO 2013)
Una moltidudine non di lingue ma di leggi sulla regolamentazione. E lo scenario che si prospetta nel nostro Paese nei prossimi mesi, o almeno fino ad aprile, quando la Corte Costituzionale si pronuncera sulla tanto invocata remissione della Legge Provinciale di Bolzano, che dallo scorso 15 dicembre impone la rimozione di tutti gli appa recchi da gioco installat:i “in un raggio di 300 metri da istituti scolastici di qualsiasi grado, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente dai giovani o strutture residenziali o serni residenziali operanti in ambito sanita rio o socioassistenziale”. Sulla stessa linea c’e pure una legge regionale, quella della Liguria, in vigore dal 30 aprile 2012. Anche in questo caso, in nome della ‘tutela di determinate categorie di persone e per prevenire il vizio del gioco’, l’autorizzazione per l’apertura delle sale giochi “non viene piu rilasciata nel caso di ubicazione in un raggio di 300 metri” da scuole e centri giovanili, impianti sportivi strutture sanitarie. E anche luoghi di culto, come dimostra un recente caso di cronaca in cui il Tar della Liguria ha vietato l’apertura di una sala Vlt nel comune di Recco (Ge), rea di essere troppo vicina al cimitero di Camogli. Part:icolarmente soddisfatto della legge e l’assessore ligure alla Salute, Claudio Montaldo, ben cosciente di quanto la normat:iva regionale sia di stante da quella nazionale: “Gli uffici stanno lavorando per cercare di ca pire come gest:ire questa divergenza di indirizzo legislativo. Tra qualche settimana valuteremo i nostri appro fondiment:i e quelli della Prefettura di Genova, per far convergere le azioni”. Al pari di quella della Provincia auto noma di Bolzano, la legge regionale ligure ha destato lo sconcerto degli operatori del settore del gioco pubblico, tanto che nel giugno scorso l’associazione As.Tro ha tentato di impugnarla, presentando un esposto al Ministero per gli Affari regionali per la sua ‘palese incostituzionalita’, visto che il gioco lecito e disciplinato dallo Stato e appartiene alla sua com petenza legislativa esclusiva, secondo l’articolo 117 della Costituzione.
Il niet del Consiglio dei Ministri ha creato un vistoso precedente che ha favorito la presentazione di numerose proposte omologhe in diverse regioni d’Italia, e ha in qualche modo facili tato anche il proliferare di ordinanze comunali restritt:ive. A Milano, dopo dieci anni, dal 14 febbraio sono cam biat:i gli orari dei pubblici esercizi, e anche le sale da gioco devono sotto stare a un ‘orario massimo’ compreso fra le ro del mattino e l’una del giorno successivo. A Vicenza, il Comune ha rafforzato i vincoli per le nuove aper ture affrontando la problemat:ica delle sale giochi dal punto di vista ur banist:ico: i locali in questione devono trovarsi al piano terra di edifici com merciali “lontani almeno 500 metri da scuole, luoghi di culto, centri gio vanili, strutture sanitarie e caserme, ad almeno 300 metri dal perimetro dei beni monumentali Unesco, almeno 3oo metri dagli incroci stradali (50 metri se si tratta di strade locali)”. L’Unione dei comuni della Valdera, in Toscana, ha invece optato per la concertazione e ha chiamato le sigle interessate a discutere la bozza del nuovo regolamento, che vorrebbe vietare l’esercizio delle slot all’interno di ospedali, luoghi di cura, scuole e pertinenze dei luoghi di culto, nei centri storici e in edifici destinati a civili abitazioni, con sanzioni dai 50 ai 500 euro. Il provvedimento, inoltre, obbliga i gestori ad apporre nei locali e sulle macchine cartelli e materiali informativi rivolti ai consumatori. Da Pavia, ma senza alcun supporto del Comune, arriva l’idea di una mappa nei bar no slot, creata da due ingegneri informatici pavesi e con sultabile su Senzaslot.it. A pochi giorni dall’apertura, grazie alle segna lazioni giunte da tutta Italia, il sito conta oltre 300 locali censiti. A breve sara disponibile anche un’applica zione per lo smartphone.
LA LEGGE BALDUZZI, IL MANIFESTO DEI COMUNI E IL CONTRASTO DELLA LUDOPATIA – Al centro dei provvedimenti entrati in vigore negli ultimi mesi c’e indubbiamente la salute del cittadino. In primis le norme per la prevenzione della ludopatia contenute nella legge Balduzzi, che dal 1° gennaio 2013 obbligano tutti gli esercenti in possesso di new slot ad esporre nei propri locali formule di avvertimento sul rischio di dipen denza dalla pratica di giochi con vin cite in denaro (e probabilita di vincita), pena una sanzione di 5omila euro. Il materiale informativo necessario a ‘scoraggiare’ i giocatori, e a “segnalare la presenza sul territorio dei servizi di assistenza pubblici e del privato sociale dedicati alla cura e al reinse rimento sociale delle persone con patologia correlata al Gap”, deve essere predisposto dalle aziende sani tarie locali, che ogni giorno aprono nuovi punti d’ascolto, spesso in col laborazione con i Sert. Sempre a gennaio, e stato presentato il Manifesto dei sindaci per la legalita contro il gioco d’azzardo, promosso da Terre di mezzo e Lega delle Auto nomie locali, a cui hanno gia aderito quasi cento comuni italiani. L’inizia tiva, oltre a una nuova legge nazionale per la riduzione del gioco e a un mag gior potere d’ordinanza dei sindaci, chiede provvedimenti regionali in cui siano esplicitati i compiti e gli impe gni delle Regioni per la cura <lei gio catori patologici, per la prevenzione dai rischi del gioco d’azzardo e per il sostegno alle azioni degli enti locali. I più vulnerabili sono indubbiamente i piu giovani, ma come fare per impedire che i minorenni pos sano utilizzare gli apparecchi da gioco? In molte delle proposte di legge presentate in queste settimane ai vari consigli regionali, compare l’idea di dotare le Vlt e le slot ma chine di un lettore capace di leggere la banda magnetica della tessera sanitaria.
La stessa intuizione, ipotizzata anche durante la prima fase di elaborazione della legge Balduzzi, e alla base di un progetto sperimentale in partenza in alcuni comuni della Val Brembana (Bg), con la collabora zione della Asl di Bergamo, che vorrebbe utilizzare allo stesso scopo la Carta regionale dei servizi della Lombardia. Restiamo in attesa dei prossimi sviluppi, e soprattutto della sentenza della Corte Costituzionale sulla legge della Provincia autonoma di Bolzano, che aprira immancabilmente nuovi scenari.