Il FORUM ACADI 2024 in Confcommercio con le associazioni della confederazione. (Gioconews – ottobre 2024)

In questo articolo mettiamo in evidenza le principali considerazioni e riflessioni proposte dalle categorie nel corso del dibattito avvenuto durante il Forum Acadi 2024 alla presenza di Istituzioni, Autorità, esperti ed operatori del settore. La centralità della rete generalista dovrà essere considerata per completare l’attuazione della Delega Fiscale con soluzione alla Questione Territoriale ed armonizzazione fiscale del settore.

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Premessa

Il 18 settembre è stato presentato il Bilancio di Sostenibilità del comparto del Gioco Pubblico di ACADI – l’Associazione dei Concessionari del gioco pubblico – in Confcommercio Imprese per l’Italia.

Le categorie che orbitano in ambito confederale hanno espresso il loro punto di vista con Lino Enrico Stoppani (Vice presidente Vicario di Confcommercio e Presidente Fipe-Confcommercio), Emilio Zamparelli (per il Presidente di Fit e Presidente S.T.S.), Emmanuele Cangianelli (Presidente di EGP), Domenico Distante (Sapar), oltre che con il sottoscritto.  Le federazioni fanno parte del sistema Confederale di Confcommercio, che continua dimostrarsi compatto nel sostenere l’importanza della rete generalista.

Sono stati numerosi gli stakeholder rappresentanti, numerosi, delle Istituzioni e della Politica e presenti in sala.

Tra essi con la moderazione di Laura Chimenti (giornalista conduttrice del TG1), hanno infatti partecipato l’On. Lucia Albano (Sottosegretaria di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze) la quale ha dato il proprio importante contributo al dibattito inviando un videomessaggio trasmesso in sala, il Dott. Mario Lollobrigida, (Direttore Giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), l’On. Giorgio Mulè (Vicepresidente Camera dei Deputati), il Sen. Massimo Garavaglia (Presidente della VI Commissione Finanze e Tesoro presso il Senato della Repubblica), il Colonnello Antonio Montanaro (Capo Ufficio Criminalità Organizzata, Eversione e Terrorismo del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, delegato dal Comandante Generale Teo Luzi), il Dott. Marco Garofalo (Direttore della 1a Divisione del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, delegato dal Capo della Polizia e Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Vittorio Pisani), il Gen. B. Michele Esposito (Comandante del Nucleo Speciale Tutela Entrate e Repressione Frodi Fiscali della Guardia di Finanza, delegato dal Comandante Generale Gen. C.A. Andrea De Gennaro), Tommaso Miele (Presidente Aggiunto della Corte dei Conti e Presidente Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti per il Lazio), nonché gli onorevoli Ettore Rosato (AZ-PER-RE), Luca Squeri (FI), Andrea De Bertoldi (Misto), Antonello Aurigemma (FDI -Presidente Consiglio Regione Lazio), Riccardo Pedrizzi (Senatore XIV Legislatura).   Hanno contribuito a descrivere il Bilancio di sostenibilità Monica Palumbo (Partner Servizi Sostenibilità di Deloitte), Yessica Rada, Acadi (Chief Compliance Officer & DPO di Global Starnet Limited) e Mara Di Lecce, Acadi (Communication & Marketing Director di Novomatic Italia S.P.A)

La posizione di Acadi.

Nel mio intervento ho tenuto a rappresentare che “il FORUM ACADI riunisce in Confcommercio le rappresentanze delle filiere del comparto del gioco pubblico che agiscono in ambito confederale.

L’idea innovativa di un Bilancio di Sostenibilità annuale riferito non ad un’azienda singola ma ad un intero Comparto, che peraltro per lo Stato distribuisce prodotti così delicati per gli utenti, consente di misurare per un intero settore non solo l’impatto ESG, con i criteri internazionali GRI, ma anche effettivi ruoli, responsabilità e prospettive dei diversi sottocomparti che compongono l’intera offerta di gioco.

Dalla lettura del documento, che tra l’altro segue un severo percorso per giungere all’asseverazione, emergono la natura strategica del settore per il Paese (11,8 miliardi di valore aggiunto complessivo, 0,61% del Pil, 12 miliardi di gettito erariale specifico, 150mila lavoratori, migliaia di aziende) come la fitta rete di adempimenti di compliance in cui è impegnato. Questi sono i punti fermi della reputazione del settore.

Il raffronto dei dati dal 2018 al 2023 consente poi di percepire l’andamento delle principali direttrici del settore (con la spesa degli utenti aumentata da 18,9 a 20,9 miliardi e le entrate erariali da 10,7 a 12 miliardi) così come alcune controtendenze, non sempre colte dall’opinione pubblica, come il calo della spesa degli utenti per gli Apparecchi AWP e VLT (da 10,3 a 8,5 miliardi) ed il relativo calo di apporto in termini di gettito per il relativo prelievo (da 10,3 a 8,5 miliardi). 

Allo stesso tempo i numeri dell’impatto sociale mettono in evidenza che la tipologia di offerta sul territorio, in particolare della rete generalista degli Apparecchi, è però quella che assicura la maggior parte del gettito erariale complessivo (dei 12 miliardi di gettito complessivo, il territorio ne apporta 10,8, in particolare gli apparecchi ne apportano 5,6 e bar e tabacchi 3,5).

Così come emerge che è l’offerta generalista ad offrire un presidio capillare e diffuso dei prodotti di Stato sulla gran parte dei Comuni italiani e dunque un concreto presidio di legalità: rispetto ai 7.904 comuni italiani, i 46.000 punti vendita della rete generalista degli apparecchi presidiano 5.980 comuni, mentre i 4.450 punti specializzati presidiano 1.715 comuni.

Ed ancora è la stessa rete del territorio che si palesa come strategica anche per la tutela dell’utente ed il contrasto al Disturbo da Gioco d’Azzardo mettendo a terra prodotti di Stato altrettanto delicati come il tabacco ed i superalcolici, per i quali si presuppone un’alta sensibilità nella gestione degli utenti.

Così come è sempre la stesa rete che con quelle dei territori che si sviluppano sul territorio impiegano ben 140 dei 150.00 occupati.

Ecco questi sono i principali risultati dell’analisi dell’impatto sociale sulle quattro leve strategiche del comparto: la tutela dell’utente, il presidio di legalità, l’emersione del gettito e l’occupazione.

Lo diciamo da tempo: sarebbe utilissimo esportare il processo dell’analisi di impatto sociale effettiva e di dettaglio dei sottocomparti anche a livello dei territori.  Territori ancora afflitti dalle misure limitative locali che, come dicono gli esperti in materia sanitaria, non curano e non tutelano effettivamente gli utenti, e che come dicono gli esperti in materia urbanistica ed economica, espellono l’unica offerta controllata dallo Stato in particolare quella degli Apparecchi, posto che gran parte di dette mire riguarda tale tipologia di gioco.

La sede istituzionale dove condividere tali aspetti esiste ed è anche recentemente stata individuata dal decreto 41 ed è la Consulta Permanente dei Giochi Pubblici.

Fatto il riordito dell’online, se non si formalizza l’attuazione della Delega Fiscale anche con il riordino del territorio per eliminare la nota questione territoriale, se non si formalizza il provvedimento di armonizzazione della fiscalità dei sottocomparti, si rischia di assistere all’andamento che i numeri di quest’anno continuano a mettere a nudo. E le conseguenze non sono solo quelle dell’impossibilità di fare le gare delle concessioni scadute ed ormai in proroga da anni per i provvedimenti espulsivi locali che la giurisprudenza stenta a fermare, ma anche il lento logorio degli interessi generali sino ad oggi tutelati. 

E poi per la rete generalista degli Apparecchi sarebbe non sopportabile addirittura un ulteriore aumento di tassazione in sede di legge di bilancio.

La politica è bene ne sia consapevole.”

La posizione di Fipe

Chiara è netta è stata la posizione di Fipe illustrata dal Presidente Lino Stoppani che ha anche aperto i lavori portando il saluto del Presidente Sangalli. Queste le sue parole: “Il Forum annuale di ACADI costituisce l’occasione per riunire le Organizzazioni che operano nei giochi pubblici appartenenti alla filiera Confcommercio.

Oltre 20 anni fa FIPE ha svolto un ruolo centrale nella fase di regolamentazione del mercato, sostenendo l’emersione di attività fino ad allora esterne dalla disciplina legislativa e fiscale e garantendo una capillare informazione e sensibilizzazione degli imprenditori per favorire l’affermazione dell’offerta legale e di condizioni di garanzia per i milioni di consumatori che giocano.

Più recentemente, con la costituzione del sindacato EGP FIPE e la costante attenzione ai temi del gioco regolamentato nelle attività federali, è tornata ad intensificarsi l’azione istituzionale di tutela degli esercenti presenti nei sistemi concessori e, con essa, di tutela di tutti i consumatori.

I lavori di oggi ribadiscono ancora una volta, infatti, come la tutela dei consumatori possa essere garantita solo dal mercato regolamentato, respingendo con esso tutte le forme di illegalità nell’offerta, sempre rinnovate fruendo di nuove tecnologie e frequentemente emanazione della criminalità organizzata nazionale ed internazionale.

Non sono, purtroppo, così condivise le ragioni del gioco regolamentato: vi sono sensibilità diverse a livello di rappresentanze sociali così come di amministrazioni statali e territoriali; è persistente la “questione territoriale” in particolare sulla collocazione fisica degli apparecchi da gioco e sugli orari della loro offerta al pubblico e non si vedono ancora soluzioni di “riordino” che offrano alle imprese coinvolte un quadro chiaro e definito per la gestione e gli investimenti.

Sostanzialmente tutti gli oltre 40.000 pubblici esercizi che offrono giochi in denaro sono coinvolti nella problematica, a partire dalle oltre 5.000 sale specializzate, che in taluni casi rischiano la stessa continuità operativa: le legislazioni territoriali del Trentino, dell’Alto Adige e dell’Emilia-Romagna hanno già costretto diverse attività pienamente lecite a chiudere i battenti.

Tutto questo in un quadro nel quale, per gli intervenuti inasprimenti fiscali sugli apparecchi di gioco e per le conseguenti valutazioni commerciali, si era già operata a livello nazionale una estesa razionalizzazione dell’offerta, con la riduzione di circa 35.000 punti vendita dal 2017 ad oggi: un terzo del totale di allora.

Riduzione che ha colpito principalmente i bar, i piccoli esercizi, ponendoli di nuovo – particolarmente nelle regioni con maggiori problematicità criminali – a contatto con situazioni critiche, se non costringendo anch’essi a chiudere la serranda per la perdita di un contributo ai costi operativi dai ricavi dei servizi di gioco.

Molti di questi esercizi operano anche nei servizi di ricarica del gioco online, attività che solo recentemente con il D. LGs. 41/2024 ha visto una regolamentazione più puntuale, in corso di attuazione, che ha correttamente valorizzato la licenza TULPS come prerequisito, nell’ottica anche in queste attività di una qualificazione e responsabilizzazione degli operatori.

FIPE sollecita quindi il riordino dell’offerta nei punti vendita di apparecchi, scommesse e sale bingo, quanto prima possibile.

Un riordino che certifichi l’impegno dei pubblici esercizi a continuare con quella responsabilità sociale che li ha contraddistinti da tempo e che rende possibile – spesso, però, su iniziativa spontanea delle stesse imprese – una diffusa formazione degli operatori al rapporto con i consumatori, l’interazione costante della categoria con la sanità pubblica ed il terzo settore più illuminato per intercettare i soggetti problematici, la estesa comunicazione nei punti vendita sui rischi del gioco compulsivo.

Sono attività che devono tuttavia essere messe a sistema, uniformate nelle modalità ed accompagnate da una diffusa digitalizzazione: tutti obiettivi raggiungibili sfruttando al meglio la circostanza che il mercato italiano dei giochi in denaro è regolamentato da disposizioni nazionali e che, quindi, queste modalità di costruzione e gestione di una offerta sostenibile possano essere omogenee tra tutti gli operatori e per tutte le proposte di giochi in denaro, garantendo così la prevenzione per i soggetti a rischio da tutte le possibili situazioni di consumo compulsivo.

Ribadiamo anche, in particolare e come previsto dalla delega parlamentare al Governo, l’urgenza di estendere ai punti vendita il “Registro di autoesclusione” da tutti i giochi con vincite in denaro, in maniera da aumentare la sensibilizzazione sociale sul gioco compulsivo e dare agli esercenti strumenti normativamente e tecnologicamente solidi per interdire l’accesso ai soggetti problematici (oltre che, con le stesse modalità, ai minori, che devono ovviamente essere esclusi da qualsiasi attività di gioco).

Crediamo che sia rilevante anche giungere alla chiara identificazione visiva esterna di tutti i punti che esercitano concessioni pubbliche o servizi correlati, come le ricariche dei conti di gioco online, con una insegna ed una riconoscibilità specifica, analoga a quella prevista già da molti anni per i rivenditori di generi di monopolio e per le sale bingo.

La capillarità del Sistema Confcommercio ci vede particolarmente favorevoli anche ad un Patto con Regioni, Province autonome e Comuni per condurre unitariamente questo percorso di rafforzamento del gioco legale e di miglioramento delle condizioni di tutela dei consumatori grazie all’impegno dei pubblici esercizi.

In questo senso sarà molto importante rafforzare quelle sedi di confronto multiattoriale e multidisciplinare come la Consulta Permanente dei Giochi Pubblici, pure introdotta dal recente D.Lgs. 41/2024, quale sede nazionale per la definizione delle migliori politiche di contrasto al gioco patologico.”

La posizione di Fit

Emilio Zamparelli per il Presidente di Fit – Federazione Italiana Tabaccai e nella sua qualità di Presidente S.T.S. ha precisato, tra l’altro, che: “In passato la tutela del giocatore e del sistema in generale è passata attraverso l’affidamento del gioco a reti qualificate e professionali. Oggi il legislatore ha il delicato compito di ridisegnare l’assetto del gioco pubblico nel nostro Paese, e risulta fondamentale seguire la stessa linea guida, garantendo il buon funzionamento del sistema, tra trasparenza, legalità, entrate erariali e salute dei cittadini. Ci auguriamo che il riordino porti finalmente chiarezza e regole certe, e rappresenti la fine di quelle polemiche, a volte pretestuose e troppo ideologiche, che nell’ultimo decennio hanno infangato l’intero settore.

La posizione di EGP

Emmanuele Cangianelli per Egp ha tra l’altro evidenziato che “Nel quadro dell’offerta di giochi pubblici, le sale specializzate possono sembrare talvolta più tutelate dalle variegate iniziative legislative dei territori che hanno caratterizzato il quadro legislativo degli ultimi 10 anni.

Purtroppo, non è così: le normative espulsive (ove attuate) od eccessivamente limitative (come le riduzioni orarie, ben più frequenti) sono altamente impattanti sugli investimenti effettuati e sull’occupazione delle sale (si consideri, oltre agli effetti sulle imprese, la significativa quota di lavoro dipendente delle reti specializzate bingo, scommesse e apparecchi).

Soprattutto, la perdurante incertezza nel c.d. “riordino” del gioco retail impedisce da anni la possibilità di programmare investimenti strutturali nell’innovazione tecnologica, in un quadro normativo chiaro e stabile che sostenga anche la abilitazione degli esercenti nell’essere attori della prevenzione del gioco compulsivo.

Si pensi agli investimenti obiettivo ormai consolidato nella nostra azione associativa (proprio per la missione di tutela concreta dei soggetti più fragili), come i controlli di accesso o la possibilità di attuare il Registro di autoesclusione, con i benefici riconosciuti internazionalmente di potenziamento della prevenzione e di supporto all’effettività del divieto di gioco minorile.

Gli investimenti sono necessari e non più prorogabili anche per il gioco del bingo, dove la richiesta di soluzioni digitali per la fruizione anche in sala è ormai sempre più frequente da parte dei clienti.

“Riordino” e “stabilità” sono concetti da applicare senza dubbio anche alle tematiche fiscali.

Con la Legge 111\ 2023 è – opportunamente – delegato al Governo il riequilibrio dei prelievi fiscali nonché dei payout: intervento quanto mai appropriato guardando alla evidente difficoltà del comparto apparecchi, “primo contribuente” tra i segmenti concessori ed in calo in termini di spesa dei giocatori di quasi il 18% tra il 2019 ed il 2023: effetto diretto, in primo luogo, di un payout AWP ormai poco attraente per i giocatori ed impattante progressivamente in senso negativo anche sul totale gettito erariale dai giochi pubblici.

Più recentemente, con il D.Lgs. 41\2024, il Governo ha richiamato la previsione di riordino complessivo della fiscalità dei giochi, dichiarando che fino a quel momento non avverrà alcuna innovazione in tema di fiscalità e prelievi per il gioco a distanza (oggetto principale di quell’atto legislativo); indirizzo normativo che certamente conforta anche rispetto ad ogni paradossale, ulteriore intervento peggiorativo – anziché migliorativo! – sulla fiscalità degli apparecchi.

La posizione di Sapar

Domenico Distante per Sapar ha ricordato tra l’altro i seguenti temi “Le piccole e medie imprese, i gestori, sono un valore assoluto da tutelare e non da combattere. Il nemico è da un’altra parte. Il nemico è la criminalità organizzata che cerca risorse in questo settore, come peraltro in altri settori economici importanti, senza curarsi della sicurezza dei giocatori, senza controlli, togliendo risorse importanti allo Stato e quindi a tutta la collettività.

Penalizzare le piccole e medie imprese e la rete generalista vuol dire fare un favore alla criminalità ed eliminare uno strumento fondamentale per la prevenzione del DGA, il disturbo da gioco d’azzardo.

La rete generalista è la prima linea del contrasto al gioco compulsivo, con personale formato per aiutare ed intervenire su chi gioca in maniera non corretta. La rete generalista è la prima linea di un gioco sicuro, controllato che permette, come si evinceva proprio dal bilancio di sostenibilità Acadi dell’anno scorso, allo Stato di non perdere importanti risorse erariali.

Basta quindi ad attacchi sconsiderati verso questo settore. La Sapar è impegnata ogni giorno su tutto il territorio italiano, grazie alla capillarità della sua struttura, a combattere contro questi attacchi. Ogni giorno qualche comune, provincia o regione italiana cerca di colpire il settore con normative proibizionistiche fuori da ogni logica, fuori dal contesto storico. 

Tutto questo significa perdere tutto un patrimonio di conoscenze accumulato negli anni anche a livello di prevenzione delle dipendenze. Oggi infatti un titolare di una sala giochi, ed i suoi dipendenti, sono formati e sanno come riconoscere comportamenti negativi da parte del giocatore ed adottare le adeguate iniziative. Tutto questo patrimonio a nostro avviso oggi non è adeguatamente valorizzato. A distanza di 20 anni dalle prime concessioni, possiamo e dobbiamo dire che il comparto delle aziende di gestione è un settore maturo, di natura industriale ed affidabile nonché un presidio di legalità.

Ed una occasione importante per riequilibrare la situazione, per renderla più sostenibile, più logica, è quella del riordino del gioco pubblico che è al vaglio degli organi preposti. Il riordino non si può e non si deve fermare al comparto dell’online. Il riordino deve riguardare anche la rete fisica e deve farlo in maniera equilibrata, tenendo in considerazione tutti gli attori e le relative esigenze. 

Riteniamo che un riordino equilibrato debba necessariamente passare dal riconoscimento pieno del ruolo delle aziende di gestione, da un ridimensionamento (o dalla soppressione) delle normative sulle distanze minime dai luoghi sensibili qualificando l’offerta con la formazione, nonché da una modifica della tassazione e del criterio di tassazione sul settore degli apparecchi. Colgo in questo senso anche l’occasione per dire che la atttuale aliquota del Preu del 24% andrebbe a nostro avviso diminuita in quanto è entrata in vigore nel 2021 quando ancora non si poteva sapere l’impatto che la pandemia avrebbe avuto sul volume di gioco di Awp e Vlt che infatti è drasticamente diminuito rispetto al periodo pre-Covid.

La Sapar è sempre pronta a sedersi ad un tavolo di confronto con il mondo politico, imprenditoriale ed associativo, pronta a mettere a disposizione di tutti la grande esperienza accumulata in oltre 60 anni di attività.

Concludo ricordando che solo da un confronto costruttivo possono nascere idee condivise per traghettare il settore verso il futuro, verso una gestione moderna, giusta e che abbia al centro la tutela del giocatore, la sicurezza degli investimenti e la salvaguardia delle entrate erariali. E noi un contributo importante da offrire lo abbiamo davvero”.

Conclusioni.

C’è una sostanziale condivisione sul tema centrale della necessità di riordino del territorio e dell’armonizzazione fiscale tra i comparti che tenga in giusta considerazione il ruolo attivo della rete generalista nel perseguimento degli obiettivi di interesse pubblico che presuppongono l’esistenza del comparto.



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