GIOCO PUBBLICO IN TRINCEA “Il Covid-19, il comparto del gioco pubblico, la questione territoriale e gli altri temi in tempi di pace” Geronimo Cardia (Gioconews, aprile 2020)

Come non affrontare l’onda d’urto planetaria del Covid-19?   Come non ricordare che ci sono medici, infermieri e ricercatori di tutto il mondo che senza confini territoriali – al fianco dei concittadini rispettosi delle norme restrittive delle più elementari libertà individuali – stanno cercando di combattere la guerra, pagando ogni giorno un prezzo altissimo in termini di vite umane, di tensioni familiari, di paure ed angosce?   Come non dedicare la nostra più profonda riconoscenza a tutti coloro che si stanno sacrificando per vincere la guerra?   Come non pensare che allo steso tempo c’è chi parla di “virus cinese”, di arma chimica costruita in laboratorio e spedita al nemico, di complotto, ma anche di semplice influenza stagionale, di immunità di gregge, di pigrizia di alcuni popoli?  Come non pensare a chi pur pienamente coscienzioso si sacrifica e va a fare la spesa ai genitori anziani privandosi della loro frequentazione per proteggerli, a chi si reca al lavoro nelle fabbriche e nelle imprese per garantire i servizi essenziali per i concittadini ed il Paese, o a chi, dall’altra parte, riduce al minimo le attività parlamentari, se ne infischia delle regole sulla circolazione o di sicurezza senza cogliere la gravità del momento o chi fa finta di non ricordare quanto con prosopopea ed arroganza pseudo-intellettuale abbia sottovalutato il problema e ridicolizzato gli altri?

In questo contesto di riflessioni che sono entrate nel quotidiano collettivo non può poi mancare da parte nostra una valutazione che riguarda il comparto del gioco pubblico che è stato travolto dalla guerra e che altrettanto quotidianamente noi stiamo vivendo ancorché dalle nostre case o dai nostri uffici in totale isolamento sociale.

Ebbene sì, ovviamente anche per il comparto del gioco pubblico è arrivato il sostanziale lockdown.    Per la verticale distributiva sul territorio di Awp, Vlt, Scomesse e Bingo dal provvedimento del Presidente del Consiglio dell’8 marzo, per Lotto e Superenalotto dal 21 marzo.

E’ stato calcolato che in termini numerici una giornata di chiusura della verticale territoriale costi, mal contati, allo Stato circa 25 milioni di Euro ed alle imprese del Comparto circa 20 milioni di Euro.   Questo significa che se la durata della chiusura fosse cristallizzata alla fatidica data del 3 aprile, la perdita secca sarebbe per lo Stato di oltre 560 milioni di Euro e di oltre 450 milioni di Euro per le imprese del Comparto.   Ma ciò solo in linea teorica poiché, in realtà, al momento è inimmaginabile una ripresa a regime “pronti via”, come se ci si trovasse in mano un interruttore on/off.  Purtroppo non funzionerà così.

Al dato freddo, già importante di per sé, si aggiunge puoi la difficoltà di operare proiezioni sui tempi di riapertura effettiva, soprattutto in questo periodi di approvazione dei bilanci in cui amministratori, sindaci e revisori sono impegnati formulare le loro considerazioni nelle varie relazioni sulla gestione e di controllo ai progetti di bilancio, per le note da inserire o inserite nei fatti rilevanti, viene da dire a questo punto molto rilevanti, successivi alla chiusura del periodo imposta 2019.

E’ evidente che allo stato non sia possibile operare una stima dei tempi di chiusura imposti al Paese e quindi al Comparto ma è altrettanto evidente che da un conteggio elementare con i parametri sopra ricordati si deduce che le conseguenze sul piano delle perdite su base mensile si attestano su cifre ovviamente mal contate ma sempre importanti come 750 milioni di Euro per lo Stato e 600 milioni di Euro per le imprese del Comparto.

Non c’è dubbio che le agende della politica e dell’economia siano dettate dall’agenda sanitaria e dai risultati dell’esercito che sta combattendo il trincea il nemico pubblico planetario.   I risultati dei medici e degli infermieri (andamento della curva infetti, guariti, decessi), per un verso, e quelli dei ricercatori (tempi per l’individuazione della cura- vaccino), dall’altro, rappresenteranno il vero termometro a doppio binario dell’evolversi delle vicende politiche ed economiche non solo del nostro Paese.

Prescindendo dall’impatto di un eventuale vaccino, scenari di riapertura progressiva rispondono certamente ad esigenze di ordine pubblico per la gestione della segregazione di milioni di persone (con tutte le problematiche di convivenza e capacità di sostentamento prolungato), da un lato, e a prioritarie esigenze sanitarie di evitare che la riapertura determini ricadute con annullamento dell’effetto contenimento della divulgazione del virus ottenuto con il costosissimo lockdown di queste settimane, dall’altro.

Per questo sembrano attendibili le valutazioni di chi ritenga che la riapertura ed i tempi ed i modi della riapertura dipendono in realtà e molto anche della velocità di divulgazione e disponibilità di strumenti tecnologici avanzati di rilevamento della temperatura corporea e di verifica della positività al virus in tempi strettissimi ed a costi iper contenuti.    In questo modo essi possono essere applicati alla maggior parte della popolazione e non a campioni di essa.   In questo modo, con quarantene mirate e riservate ai soggetti positivi ed ai relativi contatti avvenuti nei giorni di incubazione stimati precedenti alla rilevazione, al resto della popolazione potrà consentirsi di riguadagnare progressivamente una pseudo-normalità senza compromette il contenimento della divulgazione del virus, sempre rispettando il massimo della prudenza e le regole sanitarie di protezione in ogni tipo di manifestazione domestica e sociale.    Resta da definire, nel suddetto scenario, per ogni realtà territoriale quale sarà la forza da mettere in campo per rendere possibile tutto questo. Ciò dipende dalle caratteristiche di ciascuno Stato. Ci sono Stati che potrebbero mettere a disposizione i propri Esercito.

E’ vero che in guerra l’aspetto economico ed occupazionale è storicamente passato in secondo piano, ma è altrettanto chiaro che soprattutto nel 2020 esso non sarà espunto affatto dalle linee strategiche che saranno adottate ed alle quali assisteremo a breve.  Per questo il dibattito politico, soprattutto internazionale, è non solo aperto ma si fa sempre di più serrato.    Ci sono diversi livelli di valutazione.    Certamente c’è e ci sarà un livello di valutazioni che riguarda e riguarderà i tre colossi Usa-Cina-Russia nelle relazioni con l’Unione Europea e con gli stati dell’Unione Europea, ferma restando quella che attualmente è, anche se solo apparentemente, un’incognita, cioè l’Africa; c’è e ci sarà un livello di valutazioni nell’ambito dei rapporti tra Unione Europea e i suoi Stati Membri;  c’è e ci sarà un livello di valutazioni  nell’ambito dei rapporti tra gli Stati Membri dell’Unione Europea con la solita divisione tra Paesi-Creditori e Paesi-Debitori.   C’è e ci sarà, infine, un livello nazionale di valutazioni che impatterà sugli equilibri politici esistenti, sull’ordinamento giuridico esistente e sull’ordine economico esistente.   Ciascun livello valutativo è permeabili alle evoluzioni degli altri livelli, ovviamente con effetti più immediati e dirompenti se dall’alto verso il basso.

Ma, detto questo, nel frattempo il comparto del gioco pubblico deve resistere con misure di sospensione di imposte e contributi per periodi anche prolungati rispetto ai tempi di lockdownrelativamente a tutte le tipologie di giochi interessate, con misure che consentano alle imprese di contrastare la crisi di liquidità prevedendo lo sblocco di ogni frizione burocratica che ostacoli tali processi, con il differimento dei pagamenti delle cartelle del bingo, con la possibilità di accedere alle misure di protezione delle forze occupazionali della cassa integrazione per chi ne faccia richiesta, con il rinvio di ogni iniziativa di carattere straordinario quale quella delle gare e non da ultimo con alto senso di responsabilità nelle relazioni commerciali tra imprese.

Dovremo così poter tornare a concentrarci si spera al più presto sui grandi temi del comparto quali: (i) la questione territoriale, con quello che da oggi chiameremo il lockdwn del gioco pubblico di fatto imposto ancora da alcune Regioni allo Stato; (ii) lo stop al ricorso ad aumenti di tassazione del comparto per finanziare politiche economiche dei governi di turno;  (iii) le esigenze di stabilità da assicurare con un riordino finalmente efficace e sostenibile che consenta gare altrettanto efficaci e sostenibili.   Un po’ come abbiamo avuto di rappresentare sino a qualche settimana fa, ancora in tempo di pace.

Roma, 27 marzo 2020

Geronimo Cardia

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