27 Apr Giochi, nel Lazio settemila lavoratori a rischio (Corriere della Sera Roma 27/04/2021)
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Giochi, nel Lazio settemila lavoratori a rischio
I gestori di Bingo e slot regolari: “Se venisse applicata una legge regionale, 680 strutture fuorilegge”
Il gioco legale nel Lazio lancia l’allarme: il 97% del territorio urbano non potrà ospitare sale slot, bingo ed altre attività del settore con una perdita fino a 7mila posti di lavoro. È l’Associazione concessionari di giochi pubblici (Acadi) a fare il punto dopo un anno di blocco per la pandemia: dal 28 agosto prossimo, però, le sale scommesse dovranno adeguarsi alla nuova legge regionale (la n. 5 del 2013) che prevede, in modo retroattivo, la distanza di 500 metri dai luoghi considerati sensibili (scuole, centri giovanili, centri anziani, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale e luoghi di culto). Il divieto riguarderà anche le attività già esistenti.
“Intanto la criminalità organizzata già si lecca i baffi”, sostiene il presidente di Acadi, Geronimo Cardia. Uno studio condotto da Paolo Feltrin, docente di Analisi delle politiche pubbliche all’Università di Trieste è stato presentato ieri al sottosegretario al ministero dell’Economia, Claudio Durigon, a al direttore generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm), Marcello Minenna: nella regione sarebbero a rischio trasferimento 680 attività che non rispetterebbero le nuove regole. Sempre secondo l’analisi, nella regione ci sono 1,8 milioni di giocatori che assicurano un gettito erariale pari a 1,1 miliardi: si tratta di una fetta di mercato pari al 10% di quello italiano. Una domanda che, con l’abbattimento del numero di esercizi, rischia di transitare in buona parte – secondo l’Associazione Acadi – nelle mani della criminalità organizzata. Il gettito eluso per gli operatori illegale è stimato pari a minimo 48 milioni.
“L’attività illegale è stata repressa in quasi 100 sale e a breve ci saranno ulteriori azioni di contrasto”, assicura Marcello Minenna. Durante la pandemia il settore è passato da un gioco fisico che muoveva fino a 75 miliardi, all’online fermo a 13-14 miliardi. All’appello mancano circa 35 miliardi. Ma da questa estate, annuncia Minenna, sarà a disposizione “l’app per distinguere il gioco legale da quello illegale”.