21 Dic Dal giornale Cronaca Qui di Torino (del 21 dicembre 2017, pagina 11)
Di seguito i contenuti pubblicati nell’articolo apparso a pagina 11 del quotidiano Cronaca Qui di Torino del giorno 21 dicembre 2017 dal titolo: “Ricorso sulle slot, il giudice prende tempo. Chiesta la moratoria delle multe ai gestori”
Il giudice del tribunale civile di Torino si pronuncerà il prossimo 17 gennaio in merito al ricorso presentato da Astro, associazione di categoria del settore del gioco legale, e da una cordata di aziende piemontesi contro la legge regionale che da inizio mese ha imposto una ferrea stretta all’azzardo. Lo stesso giorno verrà discusso anche un altro atto prodotto da un secondo raggruppamento d’imprese sempre sullo stesso tema. Nel frattempo, l’avvocato Geronimo Cardia, legale del foro di Roma incaricato di opporsi al provvedimento piemontese, ha chiesto e ottenuto che gli avvocati di Comune e Regione chiedano ai rispettivi enti di valutare la possibilità di sospen- dere tutte le sanzioni in at- tesa di un pronunciamento del tribunale. «Noi abbiamo fretta di arrivare al giu- dizio di merito – ha quindi spiegato Cardia – ma visto che prima di una decisione dovrà trascorrere quasi un mese abbiamo sottolineato la necessità di fermare almeno le multe ai gestori. Anche perché le sanzioni per chi non spegne gli appa- recchi sono comprese tra i 2 mila e i 6 mila: cifre importantissime per un settore che ha reddito medio pro capite di 16mila euro all’anno”
La tesi sostenuta dallo studio Cardia è che la Regione – e di conseguenza i Comuni, che attraverso la loro polizia locale dovranno far rispettare il provvedimento – non abbia in realtà introdotto una regolamentazione del settore, ma abbia imposto un vero e proprio proibizionismo. Tecnicamente gli avvocati parlano di “espulsione” di un intero settore dal tessuto produttivo della regione, e questo in base a una consulenza scientifica affidata allo studio Meneghetti: rispettando la distanza di 500 metri da tutti i luoghi sensibili, come imposto dalla normativa, più del 99% degli apparecchi presenti a Torino dovranno essere rimossi. Abbastanza, secondo il ricorso, per rendere la legge della giunta Chiamparino incostituzionale. “In particolare si negano i principi contenuti nell’articolo 41 – spiega l’Avvocato Cardia – in relazione al diritto di impresa dei privati cittadini. E questo per un settore che, solo in Piemonte, conta 29 mila apparecchi, di cui 1.500 nel capoluogo, e che dà lavoro a circa 3 mila dipendenti diretti e a 6.100 esercenti”
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