17 Ott Cardia: gioco, verificare legittimità delle norme locali’ (Consorzio Pegaso novembre 2017)
Al convegno di Enada Roma sul betting l’avvocato Geronimo Cardia torna sulla legittimità delle norme territoriali sul gioco.
“Cosa succederà per la gara scommesse? Si farà? Non si farà? Forse è il caso di giocarsi il classico 50-50.
Concordo con Maurizio Ughi sul fatto che in linea di principio l’istituto della proroga sia un’anomalia rispetto ai criteri ordinari cui ricorrere solo in casi eccezionali e da dimostrare. Ma il tema centrale credo non sia proroga si o proroga no. Il tema credo sia quello del proibizionismo inflitto al gioco legale dalla normativa territoriale. Il proibizionismo ha imposto un blocco del mercato generalizzato sui territori colpiti dall’effetto espulsivo per i divieti di apertura per le nuove realtà già dalla entrata in vigore delle varie leggi regionali che hanno cominciato a proliferare dal 2011. Parola di Geronimo Cardia (Gc Legal), esperto di gaming e autore del libro “La questione territoriale”, intervenuto al convegno “Scommesse sportive: verso la nuova rete” organizzato da Gioco News a Enada Roma oggi, 17 ottobre.
L’effetto espulsivo va avanti da 7 anni ma dovevamo combatterlo ordinatamente da subito in modo coeso. Chi l’ha fatto ha ottenuto qualche successo almeno. Il nemico principale è la normativa territoriale. È questo il bandolo della matassa”, sottolinea Cardia.
“Come si sconfigge? Bisogna dimostrare che la normativa territoriale è illegittima. E’ vero, ci vuole tempo per avere giustizia al Tar prima o alla Corte Costituzionale poi occorre tempo, occorrono anni. E allora mi chiedo, Perché non abbiamo iniziato prima a farlo visto che abbiamo avuto sette anni?
Molto si chiedono se con l’intesa abbiamo risolto tutto. Ovviamente no. Ma non è neanche vero che non serve a nulla. E’ vero, non è blindante, ma è anche vero che fornisce importanti principi.
Alcuni dei principi che prevede l’intesa sono già contenuti nell’ordinamento giuridico. Ma serviva ribadirlo.
In estrema sintesi non è possibile abbassare la guardia. Dobbiamo andare in tribunale a prenderci la ragione che abbiamo.
Io dico non facciamoci la guerra tra giochi per difenderci dalla guerra che fanno ai giochi dall’esterno. Difendiamoci dalla guerra ai giochi.
Gli operatori devono fare un piano serio di verifica di legittimità sulle norme territoriali che compromettono tutto.
Anche la politica avrà il problema della valutazione con gli elettori ma siamo pochi nel settore e siamo poco influenti nostro malgrado.
Se il gioco legale soffre gode l’illegale. Alla fine chi ne risente è il giocatore per il proliferare di offerte parallele oppure illegali comunque senza controllo”, conclude l’avvocato.
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