ACADI scende in campo in Puglia contro gli effetti della scadenza della proroga della legge regionale (Nongiochiamo.it 28 maggio 2019)

Pubblicato su Nongiochiamo.it

il 28 maggio 2019

 

ACADI – Associazione Concessionari di Giochi Pubblici – affiliata a Confcommercio Imprese per l’Italia, per il tramite del Presidente Geronimo Cardia, esprime solidarietà e piena condivisione di intenti alle organizzazioni sindacali che hanno indetto il giorno 29 maggio 2019 a Bari la “manifestazione regionale”, chiamando alla mobilitazione generale tutti i lavoratori operanti nel settore del gioco pubblico.

ACADI con le filiere dei propri associati rappresenta oltre il 70% del sistema di controllo del gioco pubblico e regolamentato in Italia, generando e versando oltre 7 dei circa 10 miliardi di euro all’anno di gettito erariale, riveniente dalla spesa degli utenti pari a circa 18,5 miliardi di euro.

ACADI ed i propri Associati hanno già avuto modo di rappresentare in diverse sedi istituzionali che un distanziometro espulsivo per errore tecnico come quello della Legge Regione Puglia 43 del 13/12/2013 è in grado di determinare conseguenze nefaste sul piano della mancata tutela della salute e del risparmio dei cittadini utenti, dell’ordine pubblico, del gettito erariale, e su tutti dell’impresa e del lavoro.

A fronte della inidoneità dello strumento e dell’errore tecnico che lo caratterizza, consentire la cancellazione della sostanziale totalità dell’offerta legale attualmente esistente significa aprire le porte all’offerta illegale, significa far chiudere aziende del territorio sane e significa far licenziare il personale con cui le medesime svolgono attualmente per lo Stato funzioni di Incaricato di Pubblico Servizio nell’espletamento di attività per la distribuzione di prodotti controllati, per la raccolta di informazioni per il contrasto all’antiriciclaggio, per la tracciabilità dei flussi finanziari, per la raccolta di un gettito erariale unanimemente riconosciuto da emersione.

ACADI condivide la necessità di portare all’attenzione di tutti le esigenze di tutela della libertà di impresa, dei livelli occupazionali, della legalità e della salute e del risparmio dei giocatori, compromessi dalla regolamentazione regionale, rivelatasi e riconosciuta scientificamente inefficace ed inidonea rispetto agli scopi dichiarati di tutela del disturbo da gioco d’azzardo. (fonte: Acadi)

 

 

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