Delega: Gli apparecchi anche in bar e tabacchi. Il settore non reggerebbe nuovi aumenti fiscali

Intervista a Geronimo Cardia, presidente di Acadi. (Globalstarnews, luglio 2023 – n. 7)

Quale parte condividete nella delega e quale invece non vi convince?
Della delega condividiamo molte cose a partire dal fatto che il riordino è fondamentale per il comparto.
Sono anni che legislatori e governi impongono e annunciano una legge di riordino e fissano una scadenza di approvazione che viene puntualmente disattesa. Basta ricordate tra tutte l’Intesa Stato / Regioni raggiunta con fatica nel 2017 e poi mai attuata.
Fondamentale è risolvere la questione territoriale. Senza di questo si chiudono i territori o comunque continuano le estenuanti battaglie politiche affinché ciò non avvenga. L’estate scorsa abbiamo visto cosa è successo per il Lazio e pochi giorni fa abbiamo registrato la nuova legge Marche che ha salvato il territorio a pochi giorni dall’effetto espulsivo dell’intero comparto. E sono solo due esempi.
Senza parlare poi delle battaglie giudiziarie ai Tar e al Consiglio di Stato. A tale proposito ricordiamo che nella provincia di Trento, se oggi gli operatori stanno lavorando e lo Stato sta presidiando i territori, è solo perché sono in piedi dei ricorsi di privati, per i quali, inattesa della discussione del merito, i giudici hanno concesso una sospensiva (solo fino a dicembre 2023). Per la soluzione della questione territoriale occorrerebbe studiare un meccanismo di riversamento del gettito erariale dal gioco pubblico agli enti del territorio– senza aumenti di tassazione, beninteso – in modo che questa parte di gettito possa essere impiegata nel sistema sanitario regionale per contrastare il disturbo da gioco d’azzardo più di quanto si faccia oggi.

Acadi lo dice da anni. Altro punto importante è quello proposto di individuare strumenti con concreto contrasto al disturbo da gioco d’azzardo come il registro di autoesclusione e abbandonare criteri nei fatti proibizionistici come i distanziometri espulsivi. Ma ci sono altri aspetti da tenere in considerazione e sotto osservazione.

Il livello di condivisione e consultazione dell’industria da parte delle istituzioni è stato sin qui sufficiente?

Ci sono state forme di consultazione anche corali. Da ultimo ricordo l’incontro con il sottosegretario Savino, in cui sono emerse da più lati diverse valutazioni che sono state messe sul tavolo. Tuttavia, come abbiamo visto, almeno sino a oggi il testo dell’articolo 13 è rimasto immutato. C’è molto da fare.

Quale quadro post-delega si prospetta per il settore degli apparecchi?

Il settore degli apparecchi vanta il fatto di consentire il presidio di tutto il territorio, di essere presente sia nell’ambito della rete specializzata delle sale, sia nell’ambito della rete generalista di tabacchi e bar, peraltro già pratica della distribuzione di prodotti delicati quali il tabacco e i superalcolici. È il settore che nei fatti apporta la fetta più consistente di gettito erariale, che ricordiamo è da emersione e che con la rete del territorio vanta il maggior numero degli occupati. In definitiva, è un comparto strategico per il Paese, per il perseguimento degli interessi generali di legalità, tutela dell’utente, gettito erariale e occupazione. Di questo la politica dovrà tenere conto nel ridisegnare la distribuzione del gioco pubblico. Il momento è delicato e di grande attenzione. Questa è la posizione di Acadi Confcommercio, che abbiamo rappresentato anche alla Commissione Finanze della Camera presieduta dall’on. Osnato.

Razionalizzazione, specializzazione, concentrazione dell’offerta: sono alcuni dei termini presenti nel testo della norma. La soluzione auspicata da Acadi consiste nel mantenimento del business in entrambi i canali, generalisti e specializzati?

Come detto al riguardo, Acadi ha una posizione chiara e ufficialmente espressa nelle sedi istituzionali. Faccio un esempio. A un certo punto dell’iter approvazione della Delega fiscale, il viceministro Leo aveva aperto a emendamenti che contengano “proposte destinate a specificare meglio le attuali formulazioni” della Delega. Al riguardo, abbiamo avuto modo di rappresentare che per l’articolo 13 è importante che si chiarisca o in questa sede o nei decreti legislativi delegati che le parole “razionalizzazione“, “specializzazione” e “concentrazione” della nuova distribuzione dell’offerta di gioco pubblico non si pongano in contrasto con un principio di equilibrata distribuzione tra punti specializzati e punti generalisti, riconoscendo alla permanenza di questi ultimi l’importanza strategica per il raggiungimento degli obiettivi di interesse pubblico del comparto: tutela dell’utente, legalità, gettito erariale e occupazione.

Vi preoccupa la parte della legge delega in cui si parla di riassetto della tassazione? Il settore riuscirebbe ad assorbire nuovi aumenti?

Lo dico senza mezzi termini. La misura è colma. Soprattutto per determinate verticali distributive di gioco. Staremo attenti che non sia penalizzata la filiera con ulteriori aumenti di tassazione che già nel 2018 l’Ufficio parlamentare di Bilancio aveva definito al limite della sostenibilità, con rischio di stabilità del settore. Tutte le analisi di dettaglio dei numeri dei prelievi misurati sulle singole verticali distributive di gioco consentono dimettere in luce quanto sia corretto l’allarme lanciato dall’Ufficio stesso e cosa si possa e debba fare per ciascuna verticale distributiva di gioco.

Come rendere compatibili il settore retail e quello online, quest’ultimo in una fase di ascesa inarrestabile?

Il comparto del gioco è fatto di diverse verticali distributive. Ognuna apporta prodotti misurati e controllati dallo Stato, tutelando gli utenti, ognuna porta legalità presidiando i propri mercati, ognuna apporta il suo gettito erariale da emersione e ognuna sviluppa i propri livelli occupazionali. Inoltre, per ognuna sono stabilite specifiche regole di ingaggio degli operatori, di costituzione dei prodotti, di distribuzione, di tassazione. È evidente che intervenire su queste specifiche leve significa incidere sul mercato e sull’efficacia di azione delle politiche pubbliche relative al gioco. Il giusto mix di portafoglio delle verticali distributive è un valore. E non può non essere visto dalla politica come lo strumento principe di azione per il perseguimento degli interessi pubblici. Faccio un esempio: per il contrasto alla criminalità e la tutela dell’utente con prodotti misurati e controllati entrambi i canali, retail e online, sono fondamentali sui rispettivi fronti. L’abilità del legislatore è quella di individuare le giuste caratteristiche per non perdere i metri di legalità conquistati negli anni su entrambi i fronti. Noi staremo lì con le altre rappresentanze a mettere in evidenza l’importanza che deve avere una visione politica complessiva del comparto, senza che siano trascurati gli effetti diretti e indiretti delle iniziative che verranno, in modo che vengano ben ponderate rispetto agli interessi costituzionali complessivi. Di tutto questo parleremo in un confronto con la politica al Forum Acadi del prossimo 20 settembre, che si terrà nella sala Orlando di Piazza Belli a Roma, nella sede di Confcommercio Imprese per l’Italia, alla presenza, tra gli altri, del presidente Carlo Sangalli.

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