04 Mar DECRETONE, ACADI: ‘CON EFFETTO ESPULSIVO SI DISTRUGGE GETTITO ERARIALE’ (Gioconews 4 marzo 2019)
Il presidente di Acadi, Geronimo Cardia, sottolinea il tema della crescente tassazione sul gioco e i rischi dell’effetto espulsivo dei distanziometri locali.
“Davanti a voi avete un rappresentante di Sistema Gioco Italia, associazione che aderisce a Confindustria, e noi che, come Acadi, aderiamo invece a Confcommercio, quindi una rappresentanza estremamente rilevante del settore del gioco che, senza averli concordati, propone dei punti di vista intonati”.
Lo afferma Geronimo Cardia, presidente di Acadi – Associazione concessionari apparecchi da intrattenimento nel corso dell’audizione sul decreto su reddito di cittadinanza e quota 100 nella seduta delle commissioni riunite Lavoro pubblico e Affari sociali di oggi, lunedì 4 marzo.
Nel ricordare come il comparto dia lavoro diretto a 9mila famiglie e indirettamente a decine di migliaia, Cardia chiede che il “ruolo di questo comparto sia visto come un braccio armato a disposizione dello Stato. In questo decreto in cui si introducono quota 100 e reddito di cittadinanza, il finanziamento delle risorse necessarie viene da un aumento di tassazione sul gioco. Questa non è una lamentela, ma vi propongo di saggiare la ragione vera della preoccupazione. Il comparto ha paura di non riuscire ad arrivare a fine mese e a gestire la raccolta delle risorse che servono a sostenere le misure di politica economica”.
Cardia ricorda inoltre come l’Ufficio parlamentare di bilancio, già a maggio 2018 “quindi prima dell’aumento della tassazione di agosto, e poi di dicembre e di gennaio 2019”, avesse sottolineato come “il sistema non sia in grado di sostenere questi incrementi”.
E fornisce qualche numero: “si parla di un aumento quantificato in 1,5 miliardi di euro. Se la spesa dei giocatori è quantificata in 18 miliardi di euro, 10, 11 di questi rappresentano il gettito e con il resto il comparto deve erogare gli stipendi, ripagare gli investimenti strutturali imposti dalle convenzioni di concessione. Gli 1,5 miliardi vanno a incidere sugli 8 miliardi di euro circa che restano alla filiera, e per di più la verticale che ha subito l’aumento della tassazione è quella cui restavano 5,6 miliardi”.
In risposta alle sollecitazioni della deputata Elena Carnevali (Pd), Cardia sottolinea: “La preoccupazione non è per la singola annualità, l’aumento prevede un maggiore gettito annuo di 1,5 miliardo e mezzo. Inoltre, se il sistema crolla è a rischio l’intero gettito. A rischio c’è l’intera tenuta del sistema. Serve dunque il riordino: l’aveva annunciato questo governo con il decreto Dignità affermando che ci sarebbe stato entro sei mesi, che sono scaduti; ma l’aveva previsto anche la legge Balduzzi del 2012 e dopo c’è stato il lavoro portato avanti, nella passsata legislatura, dal sottosegretario Pier Paolo Baretta. La Conferenza unificata ha tentato di risolvere il problema, ma è rimasta inapplicata a causa della mancanza del decreto attuativo. Si tratta di una specie di scacco matto e chi ci lascia le penne sono i lavoratori del comparto”.
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