21 Nov Udine, dietrofront sulla sala Bingo in viale Palmanova ( IL MESSAGGERO VENETO NOVEMBRE 2012)
UDINE. Il no all’apertura di nuove sale gioco non può essere esteso alle realtà esistenti anche se queste decidono di trasferirsi in altro luogo e di ampliare la gamma dei servizi offerti. A fare il mea culpa è l’awocato di palazzo D’Aronco, Giangiacomo Martinuzzi, annunciando il deposito dell’autotutela al Tribunale amministrativo regionale (Tar) che, a brevissimo, analizzerà il ricorso presentato da Unonovanta, la società che gestisce la sala Bingo in viale Palmanova, per chiedere la sospensione della delibera di approvazione delle direttive urbanistiche del nuovo Piano regolatore che vietano l’apertura di nuove sale gioco in città.
Sulla base di queste direttive, il Comune ha negato l’autorizzazione al trasferimento della sala Bingo dall’attuale sede di viale Palmanova nell’ex bar a fianco del supermercato Bilia, sempre nella stessa strada. Il progetto presentato da Unonovanta prevedeva, infatti, un leggero ridimensionamento della sala Bingo, spazi per uffici, la creazione di un ristorante con tanto di sala Tv e una sala per gli appuntamenti speciali come le partite. L’intenzione era quella di inaugurare la nuova sede a Natale, ma la scadenza non potrà essere rispettata perché il Comune, in prima battuta, ha negato l’autorizzazione.
Da qui il ricorso al Tare una nuova analisi della pratica da parte dei tecnici di palazzo D’Aronco che oggi, come riferisce l’awocato, ammettono di non aver interpretato correttamente la norma. «Un attimo di incomprensione ci ha fatto sbagliare» ribadisce l’avvocato Martinuzzi confermando il deposito dell’autotutela, owero del documento attraverso il quale l’amministrazione riconosce l’errore. Tant’è che nell’ultima seduta di giunta, l’amministrazione ha deciso di resistere in giudizio solo per depositare l’autotutela al Tar.
La questione delle sale gioco è molto dibattuta in città. Se da un lato è vero che il numero è in costante aumento, dall’altro l’amministrazione ha deciso di imporre il divieto per tutelare i cittadini vittime troppo spesso di una vera e propria dipendenza che li portano alla rovina. Al momento, nel capoluogo friulano si contano 11 sale gioco e 25 centri scommesse.